L'epicentro si è registrato a Melfi. Dove monsignor Todisco nel weekend appena trascorso, parlando in un convegno che aveva come tema il lavoro, ha tuonato: «Ho saputo che alcuni giovani, pur di poter entrare a lavorare in alcune aziende dell'indotto Fca-Sata, sono stati costretti a pagare 5.000 euro». Passano 24 ore e le scosse del terremoto provocato dalle parole del vescovo lucano arrivano fino in Ciociaria. La fabbrica ai piedi dell'Abbazia di Montecassino è in piena ripresa: sono stati annunciati migliaia di nuovi posti di lavoro. Circa 700 giovani sono già stati inseriti, altri 400 dovrebbero fare il loro ingresso in fabbrica prima della pausa estiva. Inevitabile, quindi, che gli smottamenti non investissero anche il sito di Piedimonte San Germano e soprattutto le fabbriche dell'indotto che appaiono più vulnerabili a tali, deprecabili, episodi. Il mondo sindacale, ritratto come l'istituzione che si è sporcata le mani, si è subito difeso e Di Maulo della Fismic ha invitato il prelato a rivolgersi alla magistratura se ci sono le prove di quanto dichiarato.
A usare toni decisamente più duri, a spostare l'attenzione anche su altri siti, quindi pure Cassino, è la Fiom-Cgil con Michele De Palma. Il sindacalista non fa cenno ad alcun episodio analogo verificatosi all'ombra dell'Abbazia, ma se è vero che prevenire è meglio che curare, allora ecco la ricetta. Che, però, suona come un monito. A tutti: dai colleghi sindacalisti, alle imprese, al mondo politico e a Fca (assolutamente estranea ai fatti). Argomenta De Palma: «Questo sistema di "segnalazioni" - dice - può essere fermato. Togliendo alle agenzie e alle imprese la possibilità di poter assumere senza trasparenza e criteri indiscutibili. La Fiom propone un accordo alle istituzioni, associazioni di categoria, agenzie e imprese con cui prevedere che i nuovi assunti provengano da scuole e università pubbliche. Queste ultime di anno in anno si impegnano a rendere pubblico l'elenco degli studenti diplomati, che su base meritocratica entrerebbero in un bacino da cui le imprese procederebbero all'assunzione. Inoltre, si potrebbe aggiungere un bacino composto sia dalle persone che hanno svolto attività lavorativa con contratti di lavoro precario e a termine, sia dai lavoratori espulsi dal ciclo produttivo a seguito di ristrutturazioni attraverso una mobilità orizzontale sulla base delle competenze. Chiediamo a imprese, istituzioni, sindacati di confrontarsi con queste proposte su cui avvieremo una campagna d'informazione in tutti gli stabilimenti delle aziende automobilistiche, invitando tutti i lavoratori a denunciare i caporali che hanno percepito denaro e mettendo a loro disposizione le nostre strutture sindacali e legali per combattere la corruzione. Il lavoro è un diritto, la dignità non è in vendita».