Girano in gruppi di quindici o venti e si fanno scherno dei cittadini. Mimano gesti volgari e urlano frasi in francese che risultano incomprensibili anche a chi la lingua la conosce. Ormai non è raro incontrare gruppi di profughi che prendono il treno ogni giorno diretti verso Roma o Napoli o semplicemente verso i comuni limitrofi. Salgono sui treni senza pagare il biglietto e occupano interi vagoni lasciando in piedi i passeggeri paganti. Quando passa il controllore si levano urla e schiamazzi e a nulla serve la multa elevata, un
foglio di carta accartocciato.

Per alcune pendolari di Cassino la misura è ormai colma. Proprio sabato, infatti, una di loro stava andando a prendere il treno delle 14.22 per Roma termini quando, lungo viale Dante, si è trovata praticamente accerchiata. Risate di scherno e fischi, la ragazza ha avuto paura, in strada poche persone, solo qualche macchina. Nessuno di loro le ha fatto nulla, non è stata sfiorata, ma ha avuto paura, dopo qualche minuto che è sembrato un'eternità il gruppo si è allontanato diretto proprio verso piazza Garibaldi. La ragazza ancora un po' frastornata ha deciso di non partire più.

È entrata in un bar per rifocillarsi e ha ripreso la strada verso casa. Episodi come questi sono sempre più comuni, decine di profughi che si muovono in branco e approfittano di qualche giovane ragazza o anche di signore a passeggio da sole, urlano, fanno apprezzamenti fuori luogo. Atteggiamenti che forse a loro sembrano divertenti, ma che in realtà spaventano. Comunque, va detto che non sono tutti così, molti dei giovani ospitati nelle strutture del Cassinate cercano qualche lavoretto o passano le giornate chiusi in casa, a pensare a chi hanno lasciato nelle loro terre d'origine. Ma per alcuni di quelli che escono il vero limite dell'integrazione è non riuscire a capire che le regole valgono per tutti e che ci sono punizioni per chi non le rispetta.