Attenzione a utilizzare negli studi professionali programmi taroccati per il computer. Oltre a rappresentare un rischio per la sicurezza dei pc potrebbe costare una denuncia penale e una sanzione amministrativa piuttosto salata (pari al doppio del valore del software illegittimamente impiegato). Periodicamente, gli studi professionali vengono visitati dagli specialisti della Guardia di finanza, dislocati nei Nuclei di polizia tributaria. Si tratta di personale esperto in grado di esaminare i meandri più nascosti delle memorie di un computer.

Controlli del genere sono stati effettuati anche nel Frusinate dove sono state riscontrate diverse irregolarità con applicazione di sanzioni per svariate migliaia di euro che i trasgressori sono tenuti a pagare per la violazione del diritto d'autore. A livello nazione, in base ai risultati di una campagna di verifiche sul campo condotta dalle Fiamme gialle, il 57% delle imprese ispezionate aveva installati programmi di cui non deteneva le licenze o ne deteneva una parte.

Sono numeri superiori alle stime contenute nell'ultimo rapporto di Bsa (la rappresentante dei produttori mondiali di software), secondo il quale il tasso di pirateria in Italia è del 45%, peraltro in miglioramento di due punti percentuali rispetto a un analogo studio del 2013. I numeri variano: nel Nord c'è meno illegalità, nel Sud la percentuale di programmi pirata è decisamente maggiore. Secondo le risultanze investigative i programmi impiegati senza licenza sono soprattutto Adobe, Autodesk, Microsoft, Ashampo, Robert McNeel & Associates.

Sono nei pc di aziende grandi e piccole e di studi professionali per la progettazione architettonica, grafica, gestione di archivi e della contabilità. Si va dunque dall'antivirus ai programmi di grafica per passare a contenuti professionali più sofisticati. Molti professionisti, al momento del controllo, non sono stati in grado di esibire alcuna licenza d'uso. A volte, a fronte di una sola licenza, il programma era installato su più terminali (da cui il nome dell'operazione Underlicensing).

C'è chi effettua download illeciti o si procura installer in modo non consentito dalla legge sul diritto d'autore. Esistono dei siti dove scaricare copie di pro- grammi gratuitamente o per pochi euro (a fronte di costi che si aggirano tra i 5 e i 10mila euro). In altre situazioni, invece, c'è anche un aspetto differente ovvero quello dei dipendenti (si tratta del 15% secondo Bsa) che per comodità di utilizzo scaricano impropriamente copie pirata. In qualche caso, i professionisti sanzionati hanno addossato le colpe a imprecisati praticanti che, nel corso degli anni, hanno utilizzato i computer incriminati.

Nel mirino sono finiti architetti, ingegneri, amministratori condominiali, agenzie immobiliari, di pubblicità, ma anche aziende, ed esercizi commerciali. Secondo Bsa, il software illegale è più esposto ad attacchi di hacker e malware. Alla presentazione, da parte di Bsa, del vademecum per offrire a 6.000 pm i consigli per un uso consapevole del software è intervenuto il generale della Finanza Gennaro Vecchione per dire che «gli esiti di queste operazioni repressive hanno confermato una palese ed accentuata morbilità tra i soggetti ispezionati per quanto attiene l'uso di software pirata o di quello detenuto in violazione delle condizioni di licenza».