Sono arrivati mercoledì sera agli Altipiani di Arcinazzo 34 profughi. Si rivive, così, a distanza di circa dieci anni la stessa vicenda, e nella stessa struttura, quando arrivarono circa 100 immigrati. E il clima già comincia a farsi incandescente.

Nel 2008 la popolazione e i proprietari di seconde case si mobilitarono in massa con manifestazioni per far chiudere il centro di accoglienza, stessa cosa che si verificò nel maggio del 2010. Oggi la situazione è meno invasiva, ma comunque preoccupante considerando che gli Altipiani (i residenti effettivi sono un centinaio), da sempre definita la "piccola Svizzera", è una zona altamente turistica, anche se vive da anni una crisi che è quella poi di tutta l'Italia.

In merito alla vicenda il sindaco Silvio Grazioli e l'amministrazione di Trevi hanno voluto fortemente esporre la propria posizione. «Il sindaco di Trevi nel Lazio e l'amministrazione comunale - si legge nella nota - sono venuti a conoscenza nel primo pomeriggio di mercoledì 10 maggio, dell'invio da parte della Prefettura di Frosinone di circa 30 immigrati, presso l'hotel Caminetto degli Altipiani. Tale decisione ha suscitato stupore e rammarico tra gli amministratori, che ribadiscono le linee programmatiche espresse in campagna elettorale di contrarietà a nuove esperienze di questo tipo, avendole già sperimentate in passato negli anni 2008, 2009, 2010, con i risultati di notevoli criticità rilevate dai cittadini residenti e non. Inoltre va rilevato che il cospicuo numero di immigrati inviati, va ben oltre le direttive ministeriali, che stabiliscono la proporzione di 6 migranti ogni 1000 abitanti. Per questo motivo il sindaco Silvio Grazioli, ha convocato un consiglio comunale urgente per il oggi alle 17, con all'ordine del giorno la discussione sulla presenza degli immigrati, con mozione da presentare al Ministero degli Interni ed alla prefettura, per revoca immediata della decisione assunta dal prefetto. Si invita la cittadinanza a partecipare».

I migranti a Cassino sono una vera polveriera

Quanti fronti aperti in materia di immigrati. Uno tira l'altro e, insieme, compongono una miscela esplosiva! Innanzitutto il progetto Sprar a Cassino che c'è e funziona ma, nonostante l'adesione alla lettera ai dettami del Viminale, i profughi continuano a sbarcare. Ce ne sono centinaia e neppure le ordinanze di sgombero sono servite a nulla. Girano a gruppi, di giorno e di notte. E fanno paura. Diversi gli episodi di cronaca che li vedono protagonisti.

Immigrati al quadrato

E poi ci sono quelli che diventano "immigrati" al quadrato: scendono dai treni la mattina, insieme a rom e polacchi, per chiedere l'elemosina davanti a supermercati e chiese, dando pure fastidio a quelli del posto. Oppure inventandosi un mestiere come i profughi gigolò fermati dalla polizia mentre esibivano biglietti offrendo prestazioni sessuali dietro compenso.

Comuni a... secco

Tanti, troppi a Cassino e in altri centri dell'hinterland mentre esistono comuni che, ancora oggi, non ne hanno neppure uno. E vivono beatamente difendendo, con le unghie e con i denti, la loro posizione di vantaggio.

Minorenni egiziani: sono troppi

Profughi minorenni che sbarcano continuamente a Cassino. Sono egiziani, per lo più. E in fuga da altre cooperative. Profughi minorenni che arrivano con una tale frequenza che il capitolo di bilancio dei servizi sociali del Comune è lievitato. Costa troppo la sistemazione nelle cooperativa a fronte di un esiguo contributo statale.

Raid ai cassonetti

E poi ci sono quelli che, beatamente, svuotano i cassonetti degli abiti usati. Arrivano di giorno e di notte a bordo delle biciclette - a volte sono minorenni - si arrampicano sulle strutture e iniziano a svuotarle. Poi infilano il contenuto in grosse buste e pedalano via. A chi sono destinati, nessuno lo sa. Come nessuno capisce che cosa facciano di notte lungo la Casilina sud, a gruppi, a piedi e con buste in mano, diretti forse verso le cooperative di accoglienza. Un mondo da scoprire. Pieno di incognite. Una polveriera!