Sbarcano in continuazione. Sulle coste italiane e, di conseguenza, nelle province che devono accorglierli. Sono un esercito in cerca di collocazione, non senza inevitabili fibrillazioni. Anche perché i Comuni non li vogliono e fanno di tutto per dimostrare la loro contrarietà. Solo negli ultimi due giorni, la prefettura di Frosinone ha dovuto trovare una sistemazione per 123 immigrati alla ricerca di una "casa". Li ha mandati - a piccoli gruppi - dappertutto, soprattutto in quei territori che hanno strutture idonee, che hanno cooperative che lavorano e che hanno locali regolarmente affittati. Il dramma, infatti, è anche quello di riuscire a ripartire il carico umano e di speranze in tutti i centri della Ciociaria, compresi quei comuni che ancora non hanno ospitato un immigrato. Perché ci sono!

Ecco perché la dottoressa Emilia Zarrill lancia un nuovo appello ai Comuni affinché possano mobilitarsi e scelgano di aderire allo Sprar (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati). Basta mandare la richiesta al Viminale e attendere una risposta. Viene stabilito il numero minino di profughi da poter ospitare e ci si incammina lungo un percorso di integrazione che farebbe bene a tutta la provincia. «Perché avere poche persone in tanti comuni - ha detto ieri - sarebbe l'ideale. Con lo Sprar anche realtà con mille abitanti possono
ospitare alcuni immigrati, senza problemi, e riusciremmo ad alleggerire il carico dei grandi comuni».

Ma in tanti fanno orecchie da mercante e continua la propria difesa strenua dello status quo, facendo "scoppiare" quei centri che vivono invece l'emergenza. Come, d'altra parte, si può rovesciare la medaglia e scrivere una storia di integrazione diversa da quella della "sopportazione" che c'è in giro quando si tocca il tasto profughi. E cioè, basterebbe provvedere a stilare piani di inserimento, attraverso i quali trovare lavori utili per i migranti. Ci sono Comuni dove passi significativi sono stati compiuti, ad esempio Anagni, mentre Pontecorvo ci sta pensando: «Incentivo sempre tutti in questa direzione - ha aggiunto la Zarrilli - affinché possano lavorare e rendersi utili e apprezzati agli occhi della comunità. Ci auguriamo che un numero sempre maggiore di profughi possa essere inserito in un sistema di collocazione lavorativa, anche per farli sentire più integrati nel nostro territorio». E mentre si discute e si cercano soluzioni, arriva la notizia: altri 35 sono in arrivo. Entro poche ore, altre decine di migranti cercheranno alloggio in provincia. E il fronte resta sempre aperto.