Non c'è solo la salubrità dell'aria a preoccupare cittadini e istituzioni (mentre i focolai del rogo continuano a riaccendersi in senza sosta). Anche il mondo agricolo, infatti, è stato letteralmente messo in ginocchio dall'incendio al cento di stoccaggio rifiuti Eco-X di via Pontina Vecchia, a Pomezia. Infatti, mentre vengono rilevati livelli di polveri sottili ben al di sopra della media, con la popolazione che manifesta paura ogni giorno di più, è anche il mondo agricolo a piangere.
«Siamo pronti a distruggere i raccolti e a perdere il reddito delle coltivazioni che risulteranno contaminate e che insistono nel raggio dei cinque chilometri di fascia di interdizione che delimita il territorio compromesso dal rogo - ha spiegato David Granieri, presidente della Coldiretti del Lazio - Tuttavia, a fronte del nostro impegno assoluto e totale nel collaborare con le istituzioni sanitarie alla tutela della salute dei consumatori, chiediamo attenzione e celerità nella predisposizione delle procedure per il ristoro degli ingenti danni subiti dalle aziende agricole e dagli allevamenti insediati nel comprensorio interdetto».
Consumatori terrorizzati
Anche fra i banchi dei mercati serpeggiano paure. «Tra i clienti e i gestori dei mercati di Roma e del Lazio ci sono grande preoccupazione e allarme - ha affermato Mario Tredicine, dell'Unione Partecipata dei Venditori Ambulanti al Dettaglio - La gente compra con più cautela e si informa sulla provenienza di frutta e verdura».
Controlli nelle mense
Ad Anzio e Nettuno, invece, i due sindaci - Luciano Bruschini e Angelo Casto - hanno disposto controlli nelle mense sulla provenienza dei prodotti serviti ai bambini. In più, con due specifici atti, sono stati diffidati i gestori del servizio mensa ad approvvigionarsi di prodotti ortofrutticoli da aziende che ricadono nelle zone più prossime - entro i cinque chilometri - dal deposito di rifiuti colpito dall'incendio.
Aziende in ginocchio
Infine, secondo una prima stima di Coldiretti Lazio, sono circa 150 le aziende della zona che stanno vivendo un momento terribile. Non vendere i loro prodotti, infatti, significa non garantire sostentamento alle famiglie dei produttori e a quelle di eventuali dipendenti.
Paura anche in Ciociaria
Intanto, la paura per i danni alle colture provocati dalla gigantesca nube tossica arriva anche in Ciociaria. Dove i consumatori hanno adesso grande timore che i prodotti contaminati dalla nube di Pomezia possano, prima o poi, finire sulla tavole locali. Nei mercati e nei negozi è quindi cresciuta l'attenzione per la provenienza di quanto si acquista e l'auspicio è che le autorità vigilino con la massima severità per evitare che i prodotti avvelenati dalla nube finiscano nella catena di distribuzione dei punti vendita.