Ossessionati. È l'aggettivo che più di tutti descrive un'azione di routine che è diventata un percorso a ostacoli: occhio di lince, per verificare se sussistano pericoli tutt'intorno, e scarsa confidenza con il prossimo, subito dopo il prelievo. Tra casi reali e psicosi, in città si inizia ad avere paura anche per andare a ritirare i soldi al bancomat.

Lo racconta una giovane cassinate che stava per entrare nel proprio istituto di credito, alle dieci del mattino, con la carta già a portata di mano quando ha notato una "squadra" posizionata nei paraggi. Una ragazzina, rom, a un lato dell'istituto e un adulto poco distante. Si è spaventata e ha cambiato idea, rinunciando al prelievo, convinta che ci fosse una banda a osservarla.

«Non mi sento più sicura a Cassino, eppure viaggio in tutto il mondo. Ma la percezione di paura che ho qui non la sento altrove». Stesso sentimento da parte delle anziane e degli anziani che vanno a prelevare alle Poste quando, ben volentieri, si vedono raggiungere da giovanotti che offrono qualsiasi tipo di aiuto, dalla schermata che si legge poco al sole e qualche complicazione nel prelievo o titubanza dell'utente. E, quando scocca l'atteso giorno delle pensioni, l'allerta sale.

Molti raccontano di guardarsi intorno mille volte prima di uscire con i propri soldi, tanti altri - magari più avvezzi - si fanno dirottare il denaro sulle carte, altri ancora si fanno accompagnare da figli, amici o vicini. «Abbiamo paura - racconta una vecchietta - perché se ne sentono di tutti i colori. E, magari, anche se non ti fermano qui in piazza, vengono a bussare a casa poco dopo con una scusa. Come è accaduto a tante di noi. Non ci sentiamo più tranquille». Diversi, in passato, gli episodi di truffe o tentate truffe agli anziani nel famigerato giorno del ritiro della pensione.