Torna l'incubo randagi a Cassino. Ieri un motociclista è stato rincorso da un randagio e azzannato al polpaccio all'incrocio tra viale Dante e Corso della Repubblica mentre era in sella al suo bolide. Urla e concitazione, poi la paura. E l'unanime condanna dei cittadini che da tempo - e in più occasioni - hanno sollevato la questione. Non sarebbe, quello avvenuto ieri in centro e commentato sui social, il primo caso. Da tempo, infatti, animalisti e associazioni hanno lanciato un vero e proprio grido d'allarme sulla situazione non certo facile registrata a Cassino. La segnalazione di randagi, soprattutto nelle periferie, non è un'emergenza dell'ultimo momento.
«L'abbiamo detto più volte. Il randagismo a Cassino è un'emergenza rilevante e che ha una sua storia - ha commentato Francesco Altieri, presidente dell'Anpana - C'è tanto da fare, sebbene qualcosa si stia muovendo, ma occorre che la Regione se ne interessi. Il primo passo per evitare un sovrannumero di randagi è una seria e programmata sterilizzazione. E in questa direzione, senza l'aiuto della Regione, i Comuni hanno le mani legate - ha continuato Altieri - Poi occorre pensare a un progetto intercomunale: combattere il randagismo a Cassino e non far nulla, ad esempio, a San Vittore o Sant'Elia, significa vanificare gli sforzi di enti e associazioni, visto che i cani si spostano ovviamente da un territorio all'altro». Il fenomeno, alcuni giorni fa, aveva catalizzato l'attenzione anche dell'associazione onlus "Il Sole Splende per Tutti" che ha proposto un sit-in davanti alla sede della Regione Lazio a Roma. Questa l'iniziativa su cui sta lavorando il nutrito gruppo di animalisti di Cassino ed in particolar modo "Il Sole Splende per Tutti", presieduta da Bruno della Corte, che hanno proposto di portare la protesta direttamente da Nicola Zingaretti, contro il disinteresse dell'amministrazione regionale per le problematiche sul randagismo. A Cassino la presenza di cani randagi è divenuta emergenza non solo nei confronti di ciclisti, pedoni e motociclisti. Anche cani di proprietà sono sempre più spesso oggetto di aggressioni feroci da parte di
branchi senza padroni. In alcuni casi gli amici a quattro zampe senza padrone vengono adottati dai residenti dei quartieri in cui trovano rifugio. Un tentativo da definire, quella del "cane di quartiere", che potrebbe costituire una soluzione-tampone all'evidente problema ma non la soluzione.