Accusata di aver tentato di uccidere il convivente, di 75 anni, M.E.noto gallerista di Frosinone, somministrandogli farmaci potentissimi, al fine di avere benefici sul patrimonio. I fatti risalgono al 2013, quando I.C, 45 anni, di Morolo, venne arrestata, con la misura dei domiciliari (per quattro mesi). E nei mesi scorsi la prima sezione della Corte di Appello di Roma ha confermato la sentenza per il reato di tentato omicidio. La pena è di tre anni e otto mesi di reclusione. Entro il mese di maggio gli avvocati della donna, Giuseppe Spaziani e Claudia Padovani presenteranno il ricorso in Cassazione e se la sentenza sarà confermata chiederanno di farle scontare la pena come volontaria nel comune lepino dove risiede. Stando alle accuse, la quarantacinquenne tentò di avvelenare l'uomo con cui aveva una storia. La donna, mescolandole con il cibo e con le bevande, somministrava dosi molte alte al compagno, tanto che era stato costretto a diversi ricoveri.

Proprio questi ricoveri all'ospedale del capoluogo insospettirono i familiari, che si affidarono, così, all'avvocato Giampiero Vellucci. Le cartelle cliniche vennero sequestrate. Emerse che il settantacinquenne aveva ingerito potenti tranquillanti e farmaci che gli inducevano un sonno prolungato. Successivamente venne effettuata una perquisizione nell'abitazione della donna. Proprio in un armadio vennero trovati i medicinali. Dalla perizia effettuata fu dichiarata la parziale incapacità di intendere e di volere della signora, che invece aveva una sua pienezza mentale. Venne condannata in primo grado dal Tribunale di Frosinone a 3 anni ed 8 mesi. Il Pm aveva chiesto 12 anni da scontare in carcere. La Corte di Appello di Roma accolse la richiesta degli avvocati difensori della donna. Nei mesi scorsi la sentenza di primo grado è stata confermata ed è stata accolta la conferma della condanna a tre anni e otto mesi di reclusione. I legali della quarantacinquenne entro questo mese faranno ricorso in Cassazione e se la sentenza sarà confermata chiederanno di farle scontare la pena nei servizi sociali.