Un gesto di grande disprezzo, di oltraggio, sul corpo ormai agonizzante del 20enne Emanuele Morganti sarebbe stato compiuto da due ragazze: la sorella e la fidanzata di Michel Fortuna, da settimane in carcere con l'accusa di omicidio volontario aggravato per la morte del giovane di Tecchiena. Le due negano con decisione, ma ci sarebbe un testimone che ai magistrati avrebbe raccontato cosa avrebbe visto fare alle due in quella maledetta notte tra il 24 e il 25 marzo scorsi. E cioè che le due giovani, forse in preda all'esaltazione-eccitazione per quanto stava accadendo o era già accaduto, avrebbero prima sputato sul corpo del povero Emanuele e poi una di esse, la sorella di Michel Fortuna, avrebbe tirato fuori quattro banconote da 50 euro e le avrebbe sventolate davanti al giovane morente. 

Difficile decifrare un gesto del genere, che, come detto, le due ragazze, e la seconda in specie, negano. Ma se fosse confermato tale atto, la brutalità dell'omicidio si ammanterebbe anche di un aspetto oltraggioso che va al di là di ogni possibile immaginazione. Cosa può aver significato sventolare le banconote, mostrarle agli occhi ormai chiusi di Emanuele, forse addirittura lanciargliele addosso? Quale messaggio si può celare dietro tale atto così aberrante? Forse le due volevano umiliare ancora di più Emanuele "quantificando" la sua vita solo 200 euro? Forse era questa la cifra di qualche vecchio debito? Domande destinate, per ora, a restare senza risposta. In attesa che i magistrati facciano piena luce sull'accaduto. Una vicenda, il massacro e la morte di Emanuele Morganti, che purtroppo, ancora oggi, ad oltre un mese dai tragici fatti del Miro, resta avvolta in una nube di mistero.