Muore a trentadue anni nel corridoio del carcere San Domenico di Cassino Il magistrato dispone l'autopsia per fare chiarezza sulle cause del decesso. Tutto è accaduto nella mattinata di ieri, verso le 10.30. Un detenuto, in cella, avrebbe iniziato ad avvertire un malore. Ad accorgersene sarebbe stato un agente della penitenziaria che, subito, avrebbe chiamato il medico interno. Da quel momento la sequenza si sarebbe fatta veloce, per certi versi precipitosa. Tutto, secondo una primissima ricostruzione dei fatti, avviene nel giro di poco tempo. Il ragazzo sembra avere problemi di respirazione. Mentre continuano le cure prestate nell'istituto penitenziario, viene chiamata l'ambulanza. Immediato il trasferimento dalla cella al piazzale interno della struttura dove il mezzo di soccorso è stato fatto entrare. Ma in quel tragitto avviene l'irreparabile. Sembra infatti che l'uomo abbia perso completamente i sensi. Le manovre di rianimazione sarebbero scattate all'istante ma senza sortire l'effetto desiderato. E, a quanto pare, in quel corridoio, a pochi centimetri dall'uscita, il detenuto sarebbe morto.

La tragedia, intorno alle 11, ha lasciato sgomenti tutti. Inutile ogni manovra per salvare la vita al trentaduenne. Informato dei fatti, il magistrato di turno ha disposto l'autopsia. Il cadavere si trova all'obitorio del Santa Scolastica a disposizione dell'autorità giudiziaria. Ora si indaga per capire l'esatta causa del decesso. L'uomo, un romano, era arrivato in carcere a Cassino da circa un mese, trasferito da altri istituti. Tanti gli ospiti del San Domenico spostati lì da altre sedi. Tanti, o forse troppi, dal momento che il San Domenico risulta tra i più affollati del provveditorato - comprendente Lazio, Abruzzo e Molise - sia in termini numerici che proporzionali. Sarebbero 333 i detenuti a fronte di 203 posti a disposizione con un super lavoro per gli agenti della penitenziaria.