Dalla struttura dicono che i migranti ospiti di Villa Stefano, a Fontana Liri, vengono "aizzati" dal sindaco; dal municipio invece sostengono siano stati i richiedenti asilo ad aver cercare il loro aiuto. Ieri il caso è tornato alla ribalta dopo la diffusione di una nota stampa della casa di cura. «Nostri ospiti presenti nell'unità di Fontana Liri, che passeggiavano nella piazza del Comune - dicono dalla direzione di Villa Stefano - sono stati contattati dal sindaco e riuniti in assemblea. Dopo di ciò, capeggiati dallostesso K.Y. S., già segnalato per incitazione alla ribellione nei giorni a voi noti - il 7 e il 9 aprile ndr - sono iniziate delle proteste con richieste strane come ad esempio la possibilità di cucinarsi i pasti da soli, di essere trasferiti in posti di mare, di ospitare persone estranee etc…«Si tenta ancora di incitarli alla rivolta. Tutto ciò - concludono dall'edificio in via Tillo - senza prendere alcun contatto con i responsabili della struttura».

Diversa la versione del Comune, secondo cui sarebbero stati i richiedenti asilo ad essersi rivolti all'assessorato ai servizi sociali, non certo il contrario. Il sindaco all'incontro non c'era, era presente invece il vicesindaco Barbara Battista, ma il suo racconto differisce molto da quello di chi gestisce i migranti. «Li ho conosciuti casualmente sabato in un negozio, io parlo il francese e - spiega Battista - ho chiesto ai richiedenti asilo "Come state? Come vi trovate qui?". Non mi ero presentata, ma qualcuno gli ha detto che sono l'assessore ai servizi sociali. Così, loro mi hanno chiesto quando avrei potuto riceverli. Non avrei potuto rifiutarmi, così gli ho detto che sarei tornata mercoledì a mezzogiorno e ieri ci siamo visti». L'assessore ha spiegato che, almeno fino alla sentenza del Tar del 4maggio, non avrebbe potuto far molto visto che i giovani stranieri sono affidati a privati. «Abbiamo fatto solo una chiacchierata e li abbiamo tranquillizzati. Sono molto educati e gentili, in paese si trovano bene, anche perché - conclude il vicesindaco - tanti cittadini li aiutano pagandogli le ricariche del telefonino e la colazione, ma dicono di non voler restare in quella struttura».