Finalmente una buona notizia sul fronte universitario. Il maxi debito legato ai mancati contributi Inps aveva soffocato le speranze di un ateneo "giovane e forte". Ma un sospiro di sollievo arriva con un risparmio che si aggira intorno agli otto milioni di euro grazie a una trattativa con l'Inps.

L'accordo e il risparmio

Il buco prodotto negli anni 2011-2014 "pesa" circa 35 milioni di euro di mancati contributi versati all'istituto previdenziale a cui si aggiungono circa 6,5 milioni di sanzioni e due di interessi. Mercoledì mattina alle 11 l'ateneo si è nuovamente seduto al tavolo delle trattative con l'Inps: c'era il rettore Betta, il dg Capparelli, il professor Cipolla (incaricato di seguire gli aspetti tecnico-tributari) e il docente Intrisano che segue più da vicino gli aspetti economico-contabili.

La rottamazione: fase uno

Insieme hanno ottenuto e firmato la "rottamazione" delle cartelle che permette un risparmio pari a quasi otto milioni di euro con l'azzeramento delle sanzioni e di una parte degli interessi di mora. Ora l'interlocutore dell'Università cambia: se la dovranno vedere con Equitalia. E versare l'intera somma restante in cinque "comode" rate in un anno e mezzo. La cifra finale si aggira intono ai 31,5 milioni che contempla la quota parte di interessi non eliminata dalla rottamazione e la decurtazione dei due milioni di euro che l'ateneo ha già versato all'Inps a novembre 2016, a due mesi esatti dalla scoperta "silenziosa" del maxi debito.

Fase due e tre del piano

Sforzo sovrumano che l'ateneo fronteggerà con la seconda parte del "piano". Si sta studiando l'accordo o con la Cassa depositi e Prestiti o con il Fondo Archimede per ottenere la somma e ottemperare al maxi pagamento. Per poi procedere a spalmare il debito nei trent'anni ipotizzati, in maniera tale da non pesare eccessivamente sulle spalle di personale e studenti e riaccendere i motori dell'ateneo. E qui si apre la terza parte del "piano": la scrittura di un bilancio che permetta di riallineare i conti su un doppio livello. Il primo riguarda il debito da onorare ogni anno, in maniera puntuale come un orologio svizzero; il secondo il pagamento altrettanto puntuale di contributi Inps, stipendi, strutture, bollette a fronte di versamenti statali - il famoso Ffo - che, pur registrando lievi aumenti, lasciano ancora la coperta troppo corta. Entrano in pista gli esperti che stanno studiando, giorno e notte, la manovra. Anche in questo caso il binario è doppio, anzi triplo: da una parte il piano dei tagli, che presto sarà reso noto, dall'altra la proiezione dei nuovi incassi e delle nuove progettualità. E nel calderone c'è anche il nuovo profilo di tasse e contributi dove non ci saranno aumento ma si dovrà compensare l'impatto della "No Tax Area".

Carta nel cassetto

Ultima carta nel cassetto, quella del Miur. Interazioni, anzi incontri veri e propri in ministero per ricevere sostegno concreto nel piano di rientro. E le luci all'orizzonte nel buio pesto dove il "sol per noctem" sembrava tramontato, ci sono.

L'indagine della GdF

Intanto è in fase conclusiva l'indagine portata avanti, con grande solerzia, dagli uomini della Guardia di Finanza coordinati dal colonnello Massimiliano Fortino su mandato della procura della Repubblica. Mancano due revisori dei conti, che presumibilmente saranno ascoltati a inizio settimana, anche loro come persone informate sui fatti, e il cerchio si chiuderà. Si è infatti appreso da ambienti giudiziari che l'informativa è pronta per essere consegnata e che è molto particolareggiata. Sul tavolo del sostituto procuratore Marra potrebbe arrivare per metà settimana: solo a quel punto potrebbe esserci l'attribuzione di profili penali precisi nei confronti di alcuni soggetti.