Tornano i "turnisti" romeni. E trovano pure un accordo-tacito con il polacco che ha colonizzato l'ingresso della parrocchia di Sant'Antonio. Dopo essere stato aggredito  dalla banda di profughi che volevano il suo "posto" per chiedere l'elemosina durante il triduo pasquale, ora sono i romeni ad aver trovato la quadra per tornare a mendicare davanti a quel portone dove passano decide e decine di fedeli ogni giorno. Arrivano nel tardo pomeriggio, dalle 18 alle 19.30, poi scompaiono. In questo lasso temporale l'inquilino della chiesa, che ha sistemato lì fuori il suo letto, lo scatolone, le coperte e le cibarie, si allontana per poi tornare a dormire. Ma i turni per le elemosine davanti alle chiese rappresentano un problema antico. Ritmi lavorativi regolati da accordi precisi e coordinati, come in un'azienda! Intanto la fantasia non conosce limiti. C'è un'italiana, ma come lei tanti altri, che si posiziona tra gli scranni in fondo alla chiesa e finge momenti di meditazione profonda che, puntualmente, si interrompe all'arrivo di un fedele. A quel punto mette in atto l'arte dialettica e inizia a questuare. Conosce tutti nell'ambiente e se nota l'arrivo del prete o di qualche collaboratore parrocchiale torna a immergersi nella preghiera, in uno slancio di devozione fuori dal comune.