Gli addetti alla sicurezza hanno fornito differenti ricostruzioni della vicenda, rispetto a quanto dichiarato dalle persone sentite. E anche in contraddizione tra loro. È la pesante accusa che la procura muove nei confronti di Manuel Capoccetta, Pjetry Xhemal, Michael Ciotoli e Damiano Bruni. Gli inquirenti sono davvero convinti che i buttafuori del Miro hanno avuto un ruolo attivo nel pestaggio di Emanuele. Fino a colpirlo con un manganello che gli avrebbe provocato le lesioni mortali. Uno sfollagente che qualcuno avrebbe fatto sparire subito dopo e al quale i carabinieri danno ancora la caccia. I quattro, comunque, non ci stanno a passare per assassini. Lo hanno ripetuto fino a perdere il fiato. Ritengono che il capo di imputazione, che da rissa si è tramutato in omicidio volontario, è un addebito che non li dovrebbe riguardare. Tanto che si sono sempre difesi affermando che con l'aggressione mortale non hanno nulla a che fare. Eppure, c'è chi sostiene di averli visti picchiare a sangue, e a più riprese, il ventenne di Tecchiena.

«La discrepanza delle loro dichiarazioni - secondo il pm Misiti - è verosimilmente da individuare nel tentativo mal riuscito di minimizzare le proprie responsabilità in una situazione in cui, essendo loro sfuggito di mano il corso degli eventi, hanno fattivamente partecipato alla rissa».

Come dire che hanno continuato a dichiarare il falso per sottrarsi a quanto realmente accaduto. A respingere ancora una volta le accuse sono Bruni e Ciotoli. Tanto che gli avvocati Giampiero Vellucci e Riccardo Masecchia sostengono «che la nuova contestazione non è mutata nella sostanza». I due legali, per questo motivo, hanno presentato un'istanza per un faccia a faccia con chi indaga. «I nostri assistiti - evidenziano - sono totalmente estranei all'omicidio di Emanuele. Se abbiamo avanzato la richiesta è proprio per chiarire ogni aspetto della loro posizione». L'interrogatorio è fissato per domani. Le dichiarazioni dei due uomini della sicurezza, se non sarà un semplice scarico di responsabilità, potrebbero portare a nuovi colpi di scena. E nelle ultime ore è emerso che, poco prima del delitto, Gianmarco Ceccani, l'amico intimo di Emanuele, ebbe una violenta discussione con Mario Castagnacci. Gli investigatori stanno, quindi, lavorando anche sullo scambio di persona. Intanto, oggi gli uomini del Ris esamineranno i cellulari sequestrati agli indagati. Tra quegli sms potrebbe esserci la frase che inchioda l'assassino.