Minacce, liti continue, violenza verbale e fisica. Per almeno due anni. Una tragedia celata agli occhi degli altri: di vicini, amici, persino dei parenti. Per vergogna. Fino a quella notte, quella in cui la violenza del "padre orco" è degenerata rendendo impossibile per la signora e le sue tre figlie poter andare avanti in quelle condizioni. Così la giovane donna riscopre tutto il coraggio che solo una madre possiede, va dai carabinieri e denuncia tutto.

È stato ieri il giudice Lo Mastro a valutare gli elementi presenti in denuncia e a rinviare a giudizio l'uomo, un ex operaio del Cassinate, che a novembre dovrà comparire in aula per rispondere di maltrattamenti in famiglia. A sostenere e rappresentare le parti civili gli avvocati Marialuisa La Leggia e Sandro Salera.

Il coraggio della verità

Non è stato facile per la donna dover raccontare tutte le violenze, tutte le umiliazioni, tutte le volte in cui per proteggerla le sue bimbe si sarebbero scagliate contro il padre. Un crescendo di vessazioni - come riportato in denuncia - nate sempre per questioni di poco conto. Tra il 2014 e il 2015, però, la situazione sembrerebbe essere peggiorata: un pugno in pieno volto al culmine di una lite con deviazione del setto nasale. Un vaso spaccato sulla testa del padre da una delle figlie - quasi sempre presenti al momento delle liti furenti - per cercare di sottrarre la mamma da quella violenza inaccettabile. In un'altra occasione, invece, l'uomo al culmine dell'ennesimo alterco tra le mura domestiche avrebbe messo le mani al collo di una delle figlie: le tre donne, afferrando l'uomo per i capelli e cercando di sottrarre la ragazzina da quella terribile situazione, sono riuscite con non poca fatica ad imporsi e a metterla in salvo.

A far scattare la molla che ha poi spinto la moglie a denunciare è stata una notte da dimenticare, proprio quella in cui l'uomo sarebbe tornato ubriaco a casa:  per poter entrare - visto che la donne per paura si erano barricate in casa – avrebbe persino rotto porte e finestre. Quindi la denuncia, l'intervento dei carabinieri e l'allontanamento della moglie e delle figlie. Ieri la decisione del gup Lo Mastro di rinviare l'uomo a giudizio. A novembre l'inizio del processo.