In attesa di sviluppi giudiziari, che potrebbero emergere con molta probabilità già nei prossimi giorni, la vicenda del maxi buco da 40 milioni di euro che ha investito l'Università di Cassino vede intanto un risvolto per quel che riguarda la situazione finanziaria. Il rettore Betta, insieme al direttore generale Capparelli, e con l'ausilio di una commissione interna, ha messo a punto il piano di rientro.

«La situazione è definita», spiega il rettore, ma prima di illustrare nel dettaglio cosa prevede il documento, quanti e quali saranno i tagli, si attende l'ok del Miur e dell'Inps, dopodiché a maggio sarà sottoposto al Cda e il 16 giugno nel corso di un vertice con il ministro dell'Istruzione Fedeli. Intanto oggi Betta sarà nuovamente al Miur per incontrare il direttore generale del Ministero, dopodiché nel pomeriggio un vertice all'Inps, per trovare un'intesa soddisfacente.

Tagli, inevitabilmente, ci saranno. E con molta probabilità andranno a colpire anche gli studenti. Ma gli universitari, in attesa di conoscere quali saranno le misure adottate, mostrano già - tramite i loro rappresentanti - la loro disponibilità ad aiutare la governance con gesti non solo simbolici, ma anche e soprattutto economici. A tal proposito hanno richiesto una relazione dettagliata al rettore e al dg sul caso del maxi buco. E intanto hanno già predisposto una serie di misure: i circa 60.000 euro di fondi autogestiti saranno destinati per finanziare borse di studio, corsi di specializzazione di inglese e informatica, e altre attività che prima finanziava direttamente l'Unicas. «Responsabilmente - spiega il presidente del consiglio degli studenti di "Primavera Studentesca" Jacopo Spacagna - abbiamo mostrato una maggiore maturità dando un sostegno concreto senza utilizzare i fondi solo ed esclusivamente per le gite e attività ricreative».