L'opposizione consiliare del comune di Rocca D'Evandro non arretra di un millimetro. Mantiene alta la guardia sul caso dell'impianto di compostaggio e dopo il Consiglio comunale del 31 marzo che è andato deserto - per la mancata presenza del sindaco e di tutta la maggioranza - ha preso carta e penna e si è rivolta al prefetto. Spiegano in una nota i consiglieri comunali di minoranza Ivan Marandola, Luigi Riccio e Daniele Marandola: "Tanti cittadini nonostante l'orario scomodo erano accorsi in Comune per assistere alla discussione della questione e speranzosi che la proposta di delibera fatta dalla minoranza, ossia ritirare l'istanza presentata in regione in cui il sindaco manifestava l'interesse a localizzare un impianto di 30000 tonnellate a Rocca D'Evandro, potesse essere accolta e finalmente messo un punto sulla tormentata questione. Speranza rafforzata qualche giorno prima dalle parole stesse del sindaco, che pubblicamente aveva dichiarato di aver preso atto del volere popolare e non voler procedere senza l'unanimità del consiglio comunale a portare avanti quando palesato attraverso la manifestazione d interesse presentata nel maggio 2016 alla Regione. Così non è stato, dunque "Bene Comune" ha deciso di informare il prefetto sull'accaduto, chiedendo di fare luce sulla questione e di sostituirsi al sindaco per la mediata indizione di un nuovo consiglio comunale sulla questione impianto di compostaggio. Una mossa che ancora una volta dimostra la chiara volontà dell'opposizione di non voler lasciare nulla di intentato". I consiglieri di opposizione in modo compatto si mostrano determinati e spiegano il perchè del loro No, fiero e convinto, all'impianto di compost previsto nel piccolo comune dell'Alto Casertano. "Il Consiglio comunale sarebbe stata l'occasione giusta per dimostrare che questa assise è capace di andare oltre stupide logiche di appartenenza politica e insieme fare il bene della nostra gente. Se questo fosse avvenuto all'indomani non ci sarebbero stati ne vinti ne vincitori - nessun salvatore della patria - ma solo una comunità felice di essere stata ascoltata dai propri rappresentanti politici e vogliosa di ripartire pensando positivo per il futuro. Noi di "Bene Comune" - concludono i tre – andiamo avanti nella nostra battaglia per il bene della comunità roccavandrese e soprattutto per tutelare la salute di quanti vivono già oggi a breve distanza da un termocombustore, una centrale elettrica e la Tav".