Carabinieri a caccia di "polonio" nelle viscere dell'ex stabilimento Videocolor. Da giorni, nel riserbo più assoluto, gli uomini del capitano Camillo Giovanni Meo, molto attivi anche a difesa dell'ambiente, vengono notati nei pressi dell'impianto industriale; una presenza rassicurante e che, al contempo, desta curiosità.
Oltre alle indagini che hanno portato alla scoperta di gravi inadempienze nel delicatissimo campo dello smaltimento degli scarti di lavorazione da parte di alcuni stabilimenti della zona, con il coinvolgimento di imprenditori e pubblici funzionari, ora tutto lascia pensare che le attenzioni del Comando Stazione dei Carabinieri di Anagni siano rivolte anche nei riguardi di possibili siti interrati, cimiteri di rifiuti pericolosi provenienti dall'ex colosso del tubo catodico. Un sospetto inquietante, che potrebbe proiettare la città dei papi nel mondo della guerra fredda e delle spie internazionali, viene dalla possibilità che, tra altre sostanze nocive alla salute dell'uomo e degli animali, ci possa essere anche il polonio.
Si tratta di un semimetallo raro e radioattivo, venuto alla ribalta perché si ritiene sia stato utilizzato per mandare all'altro mondo grandi personaggi internazionali come Yasser Arafat, il leader dell'Olp morto nel 2004. Prima di lui, a cadere vittima dell'effetto della contaminazione dalla terribile sostanza radioattiva, sarebbe stato la spia Litvinenko, dei servizi segreti russi. Proprio in quel periodo una società straniera chiese alla dirigenza Videocon di isolare due barre di polonio esistenti in azienda, mettendo in sicurezza lo stabilimento.
Le barre in questione furono rinvenute e collocate da qualche parte. Ma dove esattamente, non è dato sapere. Il successivo scaricabarile sulla destinazione finale delle due barre di polonio ha lasciato inquietanti punti interrogativi, e non si esclude che questa "bomba" radioattiva sia ancora presente nell'area dello stabilimento o interrata nei terreni circostanti.
Il polonio 210, elemento radioattivo, esiste anche in natura. È stato scoperto nel 1902 da Pierre e Marie Curie e prende il nome proprio dalla patria, la Polonia, della donna che ha fatto la storia della chimica. Viene anche prodotto artificialmente e, in determinate quantità, può essere letale per l'organismo umano. Il polonio emette particelle alfa, radiazioni che rilasciano molta energia concentrata in poco spazio. È letale per l'uomo se penetra nell'organismo, tramite ingestione, inalazione oppure attraverso una ferita. Si localizza principalmente nel fegato, nei reni e nel midollo osseo, dove esercita un effetto tossico, uccidendo le cellule.