Un accertamento tecnico sulla Skoda contro la quale ha battuto la testa Emanuele Morganti. Ieri pomeriggio agli otto indagati è stato notificato l'avviso e tra questi c'è anche il nome di quel mister X finora rimasto ignoto. L'ottavo indagato è, infatti, il frusinate Michel Fortuna, 24 anni. Gli indagati sono i due fermati, gli unici cui finora è contestato l'omicidio volontario, Mario Castagnacci e Paolo Palmisani, più gli altri cui è contestata la partecipazione alla rissa, ovvero il padre di Castagnacci, Paolo, e i quattro uomini della sicurezza del Miro, Manuel Capoccetta, Micheal Ciotoli, Damiano Bruni e Xhemal Pjetri e Fortuna, che sono difesi dagli avvocati Angelo Bucci, Massimiliano Carbone, Giampiero Vellucci, Riccardo Masecchia, Marilena Colagiacomo e Giorgio Beni.

La difesa del duo Palmisani-Castagnacci intanto sta valutando la possibilità di ricorrere al Tribunale del Riesame contro i fermi. Una possibilità ancora remota mentre si sta valutando la nuova richiesta di accertamento tecnico anche al fine di capire l'opportunità di nominare un consulente. Ieri, intanto, in mattinata all'ottavo piano del palazzo di giustizia, c'è stato l'ennesimo vertice tra i procuratori, i carabinieri di Frosinone e Alatri e del Ris di Roma che conducono le indagini, mentre, nel pomeriggio, ad Alatri c'è stato il sopralluogo sul luogo del crimine, per ricostruire gli eventi. Un sopralluogo compiuto in piazza Regina Margherita, interdetta agli estranei.

Le tracce sull'auto

L'attività investigativa, condotta dal pool di magistrati che si occupa del caso, va avanti spedita. Accertamenti sono in corso, sempre da parte dei Ris, sull'arnese in ferro sequestrato. I carabinieri, che per un paio di ore ieri mattina si sono riuniti con il procuratore, cercano altre armi utilizzate nel massacro di Emanuele a cominciare dallo sfollagente telescopico, che potrebbe esser quel "mezzo non naturale" cui ha fatto riferimento il consulente incaricato dalla procura di effettuare l'autopsia sul corpo di Emanuele. Gli scenari, in attesa che il dottor Saverio Potenza fornisca almeno gli esiti preliminari dell'autopsia restano aperti. Tanto che il procuratore Giuseppe De Falco parla di una «forte possibilità» che il colpo mortale possa esser stato provocato dall'impatto contro la Skoda parcheggiata vicino al locale. Anche per questo la procura ha incaricato i Ris di effettuare, venerdì, un accertamento tecnico sulla vettura alla ricerca di campioni biologici e per una serie di accertamenti dattiloscopici sulla Skoda.

I Ris in piazza

Lo stesso procuratore ha fatto riferimento alla necessità di ulteriori accertamenti in piazza. Ieri pomeriggio, la scena del delitto è stata ricostruita dagli investigatori che hanno voluto capire non solo quali movimenti abbia fatto la vittima e quali i suoi aggressori, ma anche dov'erano posizionati i testimoni. Ciò per una ragione ben precisa, per capire se chi ha fornito determinati elementi poteva vedere tutto o parte dell'aggressione e, al contrario, se chi sostiene di non aver potuto vedere nulla dice la verità o mente. I Ris, alla presenza anche dei pm, hanno effettuato riprese video e fotografie per avere una visione complessiva. Si valuta attentamente ogni pista. Compresa la vendetta cui ha fatto riferimento la madre di Emanuele. La possibilità che l'aggressione sia stata una spedizione punitiva per avere Emanuele difeso una ragazza dell'altro gruppo resta in piedi. Come restano in piedi le altre ricostruzioni fin qui effettuate.

Possibili nuovi arresti

Gli accertamenti servono per sgombrare il campo da ogni dubbio. De Falco ha fatto in- tendere che, quando si avranno degli «indizi univoci» a carico di altri soggetti saranno adot- tate le misure conseguenziali, non escludendo così la possibilità di procedere ad altri arresti oltre ai due fermati a Roma.