Emissioni irregolari di polveri nell'aria e gestione illecita dei rifiuti. Queste alcune delle contestazioni che ieri hanno portato al rinvio a giudizio di tutti gli imputati finiti nell'inchiesta aperta sulla Burgo di Sora. La stessa indagine partita dall'esposto presentato dal signor Maurizio D'Andria, rappresentato dall'avvocato Massimiliano Contucci, che aveva chiesto alla magistratura di verificare alcune presunte irregolarità.
Ieri il giudice delle udienze preliminari di Cassino, vista anche la delicatezza della materia da trattare, ha disposto per i cinque coinvolti nella vicenda giudiziaria (un sesto è venuto a mancare durante le indagini) il rinvio a giudizio per reati diversi.
Ruggero Bianchi di Isola del Liri; Amedeo Dragano di San Giovanni Rotondo; Gianfranco Sorge nato ad Avezzano; Antonino Di Folco di Arpino e Filomena Morelli di Foggia, sono chiamati a rispondere - a vario titolo - per ipotesi che vanno dall'illecita gestione dei rifiuti di produzione, all'emissione di polveri nell'atmosfera e ai relativi controlli, passando per l'ipotesi di gestione di rifiuti non autorizzata fino al concorso in falso uso d'atti d'ufficio, abuso d'ufficio e falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale.
Reati ambientali alla Burgo: cinque dirigenti della fabbrica rinviati a giudizio
Sora - Le accuse vanno dall’illecita gestione dei rifiuti di produzione all’emissione di polveri nell’aria e all'abuso d’ufficio
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