Anche Ketty Lisi, la fidanzata di Emanuele Morganti, è stata ascoltata dagli inquirenti. Lo ha fatto per riferire nuovamente i particolari di quella maledetta serata. «Mentre io e il mio ragazzo eravamo intenti a consumare un drink verso le 2.10 - ha riferito - ad un tratto si è avvicinato un ragazzo, letteralmente ubriaco, il quale ballava al centro della sala e dava fastidio un po' a tutti».

Ketty ha anche evidenziato che lo stesso, una volta a ridosso del banco, ha cominciato a dare fastidio alla ragazza del bar per poi avvicinarsi ad Emanuele e spintonarlo «il mio ragazzo ha reagito e lo ha allontanato».

Poi ha aggiunto che subito è intervenuta un'altra persona, la quale ha aggredito con calci e pugni il fidanzato e che successivamente è arrivato «un buttafuori, vestito di scuro, che ha cominciato dapprima a dividere il mio ragazzo dagli aggressori, per poi urlare una frase "al banco al banco" per fare intervenire un altro buttafuori. I quali sono intervenuti in tre ma l'aggressione è degenerata in quanto ho visto che invece di dividere i litiganti hanno cominciato a picchiare con calci e pugni Emanuele, costringendolo in un angolino vicino a una colonna dove l'ho visto accasciato a terra e poi lo hanno portato fuori dal locale con la forza».

La ragazza, nel corso della trasmissione Mattino Cinque, ha precisato pure che non è successo perché il ragazzo albanese (in realtà un italiano) stava dando fastidio a lei. «Io stavo vicino a Emanuele ma non stavo vicino al ragazzo albanese. Lui stava dando fastidio alla barista per- ché voleva un cocktail, però aveva solo 2 euro e la barista ovviamente non glielo voleva dare. Dopodiché ha iniziato a fare gesti con il dito e con la lingua. Emanuele è stato calmo, solo che dopo pochi secondi quest'albanese ha iniziato a dargli fastidio e da lì è iniziata la rissa. Poi è arrivato un buttafuori che ha chiamato i suoi colleghi al banco. Se la sono presa tutti con Emanuele: già dentro il locale gli è arrivata qualche "pizza" dai buttafuori. In quella situazione mi ha preso una ragazza e mi ha allontanata perché mi ha detto di cercare di stare tranquilla perché sarebbero arrivati i carabinieri. E che qualcuno avrebbe potuto fare del male anche a me. Poi mi hanno accompagnata fuori, lungo la strada. Non riuscivo a vedere quasi niente. Non mi hanno fatta avvicinare, non me l'hanno fatto vedere».