In arrivo 2.251 migranti in provincia di Frosinone, secondo le stime di Anci e Ministero degli Interni. È quanto riporta il Sole 24 Ore nell'edizione di ieri e quanto potrebbe accadere se, e solo se, gli arrivi nel corso dell'anno toccheranno quota 200 mila. L'incidenza sulla popolazione registrata al 2016 sarebbe del 0,45%. Il piano prevede 16.655 arrivi nel Lazio, di cui 9.831 solo nella città metropolitana di Roma, mentre i restanti dovrebbero essere ripartiti così: 2.358 nella provincia di Latina, 1.311 nella provincia di Viterbo e 908 nella provincia di Rieti. Così, la regione si classificherebbe seconda a livello nazionale, preceduta solo dalla Lombardia, per la quale si prevedono 26.499 arrivi. I dati non sono poi così inaffidabili.

Sembra infatti che nel periodo che va dall'inizio dell'anno ad oggi il numero delle persone assistite in Italia dalle coste libiche sia aumentato del 67% (da circa 9.000 a quasi 16.000),da quanto stimato dal Governo. Si prevede inoltre un aumento di 70.000 arrivi rispetto ai dati registrati nel 2016. Quindi è plausibile l'idea che si tocchi quota 200.000, ma anzi si vada oltre, raggiungendo le 250.000 persone. Per cercare di trovare il modo migliore per affrontare la questione, il ministro dell'Interno Marco Minniti ha presentato il piano di accoglienza Sprar.

L'incontro organizzato insieme all'Associazione nazionale dei Comuni italiani ha avuto come tema centrale gli obiettivi e gli aspetti tecnico-amministrativi del progetto di accoglienza. L'idea del programma è di riuscire a coinvolgere tutti i Comuni Italiani, non solo i 2.800 già coinvolti nella ridistribuzione. Inoltre, questa mattina Minniti incontrerà i ministri dell'Interno di Germania, Francia, Slovenia, Svizzera, Austria e Malta, insieme a Tunisia, Algeria e Libia, nell'ambito del "Gruppo di contatto Europa – Nord Africa"a Roma.

«L'obiettivo del gruppo di contatto – ha spiegato il ministro Minniti - è fare un punto sui temi del Mediterraneo centrale, sulle rotte migratorie. L'idea di un gruppo di contatto che diventi permanente a mio avviso è importante dal punto di vista strategico perché, per affrontare la sfida dei grandi flussi migratori e poterli gestire, bisogna intervenire su entrambe le sponde del Mediterraneo, attraverso politiche di controllo delle frontiere, sia quelle a nord che a sud della Libia». Il 90% del flusso di migranti giunti in Italia nel 2016 arriva dalla Libia, appunto, ma non vi è presente nessun libico. «Il fatto che un gruppo di Paesi europei e nordafricani lavorino insieme – ha concluso il capo del Viminale – è certamente una buona notizia».

In Italia

In ottica nazionale, oltre alle già citate Lazio e Lombardia, le regioni che ospiteranno un numero consistente di migranti saranno la Sicilia, il Veneto, il Piemonte e la Campania. La divisione territoriale è ovviamente basata su criteri demografici, in modo da rispettare le situazioni iniziali dei tessuti sociali. Diverso discorso si affronterebbe se a livello europeo si cercasse di ridistribuire i migranti in tutti e 28 i Paesi, 27 escludendo l'Inghilterra. L'incidenza sulla demografia di questi dati sarebbe pari allo 0,05% (trattandosi di 250.000 persone su 500 milioni).