Quattro ore. Anche per Ascenzo Farenti. Lo stesso tempo che la Guardia di Finanza aveva riservato nei giorni scorsi a Raffaele Simeone e che ieri si sono rese necessarie per farsi raccontare da Farenti, l'altro direttore generale -come persona informata sui fatti - ciò che serve a delineare il tassello mancante dell'inchiesta aperta sul maxi buco in Ateneo.

Il direttore generale per il periodo 2010-2013 è entrato in caserma alle 9.30 di ieri mattina e per circa 4 ore ha risposto agli interrogativi degli uomini del Gruppo delle Fiamme gialle di Cassino agli ordini del colonnello Fortino. Un faccia a faccia serrato, per offrire una chiave di lettura tecnica ai dubbi sollevati dalla Guardia di Finanza (delegata dalla procura) chiamata a stabilire cosa abbia realmente provocato il maxi debito che l'Università ha "incassato" per non aver versato contributi all'Inps dal 2009 al 2011: 31 milioni di mancati versamenti a cui vanno ad aggiungersi 9 tra penali e sanzioni.

Ciò che i finanzieri stanno tentando di ricostruire sono i nessi causali e i passaggi fondamentali in grado di dare una concreta spiegazione all'accaduto. Un lavoro certo non facile, tanto che si sta cercando di capire da chi in quegli anni era al lavoro dove si sia interrotto il meccanismo, cosa abbia improvvisamente decretato l'ammanco che ad oggi sembra stritolato da dubbi e zone d'ombra. Finora gli uomini del colonnello Massimiliano Fortino hanno ascoltato(sempre inqualità di persone informate sui fatti) il rettore Attaianese, il delegato al Bilancio dimissionario Trequattrini e i due direttori generali dell'epoca. Da lunedì le Fiamme gialle proseguiranno nell'attività di riscontro ascoltando il Collegio dei revisori dei Conti e di altre figure chiave per ricostruire la vicenda.

Le rassicurazioni dall'Inps

Intanto, mentre le indagini vanno avanti, arriva la rassicurazione Inps ai dipendenti: nessun problema per i lavoratori iscritti alla Gestione pubblica. Nella nota della direzione regionale dell'Istituto, si fa riferimento alle notizie relative ai crediti vantati dall'Inps nei confronti dell'Università di Cassino e del Lazio Meridionale per mancato versamento dei contributi previdenziali. «In base al principio di automaticità delle prestazioni, ai dipendenti dell'Università, iscritti alla Gestione dipendenti pubblici, saranno comunque garantite le prestazioni pensionistiche e di sostegno al reddito per le quali matureranno i requisiti - si legge nella nota a firma del direttore regionale Vitale - La circostanza che, per alcuni iscritti, gli estratti conto individuali non riportino alcuni periodi di servizio non è correlata alla posizione debitoria dell'Ateneo. Si tratta, ad ogni modo, di situazioni sporadiche, per le quali è in corso la sistemazione delle relative posizioni assicurative».

L'ex Dg, per parte sua, non rilascia alcuna dichiarazione e intanto in Ateneo scatta il conto alla rovescia in vista della visita del ministro Fedeli che dopo Pasqua ha annunciato di essere presente al Campus. La prossima settimana si dovrebbe poi insediare la commissione che avrà il compito di studiare dove effettuare i tagli.