Minori non accompagnati, in genere egiziani, rappresentano una doppia emergenza. Sociale, in entrambi i casi. Non solo scap- pano dalle comunità d'accoglienza e "affollano"la città di Cassino ma appesantiscono le già esigue casse del settore servizi sociali - che se ne fa carico - per una cifra pari a un milione di euro. Storia difficile e controversa che vede gli immigrati in un continuo "trasloco" che pesa quanto l'oro per le casse statali. Ma anche mancate denunce delle cooperative e blitz della polizia.

La ricostruzione

In genere la dinamica è sempre la stessa: citofonano al Commissariato e pronunciano solo due parole: «Minore egiziano». A quel punto parte il protocollo. Entrano e, in contemporanea, viene allertato il settore dei servizi sociali. L'assessore Benedetto Leone viene svegliato anche in piena notte. «È così, le emergenze ci sono continuamente. Festivi e feriali. Giorno e notte». In genere sono soggetti in fuga da questa o da quella struttura che si dirottano nella città martire. A quel punto il settore comunale si mobilita per trovare una soluzione. Se è piena notte si tampona l'emergenza con un posto letto e, dal giorno dopo, parte la ricerca nei centri per minori non accompagnati. Se la segnalazione arriva di giorno è tutto, relativamente, più semplice.

I costi

Ma il dramma, oltre che umano, è anche economico. Il costo varia dai 60 ai 100 euro al giorno mentre il rimborso statale è pari a 45 euro. «Ci sono casi in cui non troviamo disponibilità in zona - precisa l'assessore - e allora si provvede in centri della provincia o ad- dirittura fuori provincia e fuori regione». Nel 2016 la voce di bilancio dedicata ai minori non accompagnati è stata di circa 960.000 euro di cui solo 400.000 sono stati rimborsati dallo Stato. Il resto lo ha erogato l'Ente. E per quest'anno? È stato necessario mettere una posta da un milione di euro su una spesa corrente comunale che pesa - in totale - trenta milioni di euro. La manovra di bilancio, che complessivamente si aggira in- torno ai 70 milioni di euro, è ancora al vaglio dell'amministrazione e presto approderà in consiglio ma la voce sui minori non accompagnati resterà lì, ingombrante e "dolorosa" per un settore così delicato.

I numeri

Nel 2016 sono stati una quarantina i minori arrivati a Cassino in cerca di un "posto migliore". Ma solo da gennaio 2017 a oggi sono già trenta quelli che il Comune ha dovuto sistemare e, se il trend dovesse essere confermato, quest'anno ci sarà una vera e propria "invasione". «Se in questi pochi mesi abbiamo quasi raggiunto il dato del 2016, la situazione inizia a farsi preoccupante», aggiunge Leone.

Le città di provenienza

Anche perché arrivano da ogni parte d'Italia, non solo dalle zone limitrofe o dalla provincia. Di recente sono sbarcati in città da Mestre, Taranto e Palermo. Ma perché? Prova a rispondere lo stesso Leone: «Sta passando un messaggio sbagliato e cioè che a Cassino si trova accoglienza. Ma l'accoglienza è altro rispetto all'emergenza continua». Per questo ringrazia «le cooperative che fanno di tutto per aiutarci a fronteggiare la situazione e strutture come "la Casa della Carità" che ci aiutano quando serve un posto letto per una notte. Ma dico anche che il Comune da solo non può fronteggiare la situazione. Le istituzioni devono fare rete per capire perché a Cassino arrivano tutti questi minori non accompagnati. E sono quasi sempre egiziani». Non solo. C'è anche un altro dubbio e riguarda le cooperative: spesso non denuncerebbero l'allontanamento di questi minori. Un fronte sul quale si sta indagando per fare luce sulle motivazioni. «Anche perché così lo Stato paga due volte». Precisa Leone che fa notare il doppio aggravio di spesa pubblica.

I controlli di Polizia e Asl Due giorni fa, la Polizia di Stato insieme al responsabile dei servizi sociali e a un assistente del settore, unitamente alla Asl, hanno effettuato un blitz in diverse case di accoglienza del territorio per verificare le condizioni e "studiare"il fenomeno. «E per far sentire la presenza delle istituzioni a chi fa accoglienza». Conclude Leone. Hanno ispezionato ogni locale, dai posti letto ai bagni, e control- lato le condizioni di vivibilità. Diverse le "carenze" al vaglio delle autorità competenti. Intanto, il Comune studia una soluzione radicale: una casa fa- miglia dell'Ente. In alternativa, uno Sprar dedicato esclusiva- mente ai minori.