Clamorosa protesta, ieri mattina, davanti alla Questura a Frosinone: una cinquantina di profughi, dell'ex albergo Palace di Fiuggi, oggi centro di accoglienza straordinario, volevano essere ascoltati. Le lamentele: cibo scarso, assistenza sanitaria inadeguata e lentezza burocratica nelle procedure di richiesta dell'asilo politico.

La mattinata

Sono partiti da Fiuggi prestissimo e, dopo essere arrivati in pullman a Frosinone, si sono diretti a piedi davanti all'ingresso della Questura. Una cinquantina le persone giunte nel capoluogo, qualcuno anche con cartelli scritti a mano sul cartone. Ovviamente il presidio non è passato inosservato a molti cittadini che a quell'ora passavano sulla strada. Immediatamente sono scesi alcuni operatori della polizia e tre dei manifestanti sono stati fatti salire in ufficio. Ad ascoltare le loro richieste e le motivazioni della protesta il vice-questore Giuseppe Di Franco, responsabile anche del settore immigrazione.

I tre hanno rappresentato le loro problematiche, sul poco cibo che riceverebbero, sulla poca assistenza sanitaria e sul ritardo delle procedure in merito alle richieste di asilo. La polizia ha preso nota e informerà la Prefettura, che ha la competenza in materia, con tanto di relazione. Sul punto delle richieste di asilo politico non sono mancate le rassicurazioni immediate, visto il grande numero di pratiche che la polizia porta avanti. I tre sono apparsi soddisfatti delle risposte e poco dopo, usciti dagli uffici, insieme ai loro compagni, sono tornati a Fiuggi.

L'impegno della cooperativa

La struttura che accoglie a Fiuggi i profughi, circa centro, vede da parte degli operatori un impegno quotidiano, sia nel cercare di soddisfare le abitudini alimentari che sanitarie. E proprio su questo fronte la collaborazione con la Asl è costante e lo dimostrano i continui controlli presso l'ospedale di Alatri. Per quanto concerne la somministrazione dei pasti, invece, c'è da dire che soddisfare tutte le esigenze, sia di carattere personale che religioso, per cento ospiti è quanto meno difficile se non impossibile. Occorrerebbe anche uno sforzo degli stessi ospiti che, anche sotto questo punto di vista, sono chiamati a lavorare per l'integrazione.

Un tema che vede un grande sforzo da parte dei gestori del centro. Corsi di italiano, progetto di panificazione, iniziative in collaborazione con il Comune (es. la scolarizzazione dei bambini presenti nel centro)ne sono chiari esempi. Insomma un lavoro non facile, un impegno che va sottolineato e certamente apprezzato.