Sette rinvii a giudizio e due richieste di rito abbreviato. Si è chiuso così, davanti al giudice per le udienze preliminari del tribu- nale di Frosinone Antonello Bracaglia Morante, il procedimento per una serie di episodi di spaccio avvenuti tra Frosinone, Alatri e Anagni, avvenuti nel 2014.
Si tratta di episodi, in qualche caso slegati tra loro, poi riuniti in un unico procedimento. In comune hanno l'attività di osservazione condotta dai carabinieri, le intercettazioni telefoniche, accertamenti tossicologici sulle sostanze sequestrate e le dichiarazioni dei vari assuntori che via via venivano fermati nel corso delle indagini. Su richiesta del pubblico ministero Barbara Trotta, il gup ha deciso il rinvio a giudizio degli albanesi Ermir e Ndricim, di 32 e 34 anni, residenti ad Anagni, difesi dagli avvocati Raffaele e Marco Maietta, Andrea Kerkanaj, 39, di Frosinone, RenaldMemajdini, 27, di Frosinone, entrambi difesi dagli avvocati Riccardo Masecchia e Giampiero Vellucci, nonché i ciociari Nello Ciangola, 57 anni, di Alatri, difeso dagli avvocati Riccardo Masecchia e Giampiero Vellucci, e Stefano Chari, 38, difeso dall'avvocato Tony Ceccarelli, nonché Nazzareno Bianchi, 51, di Priverno, difeso dall'avvocato Giammarco Conca.
Gli avvocati Masecchia e Vellucci hanno chiesto il rito abbreviato per Luca Ardovini, 28, di Frosinone e Andra Amelia Popescu, romena, 28, resi- dente a Frosinone. Ai due è contestato anche un episodio particolare, ovvero l'occultamento di 40 grammi di cocaina all'interno del reggiseno della donna che, a un certo punto, se ne sarebbe disfatta, senza però passare inosservata allo sguardo delle telecamere.
Stando alle accuse, lo spaccio avveniva in alcuni appartamenti di Frosinone, Alatri e Anagni. Nel capoluogo la base era in via Bellini, dove più volte ci sono stati i blitz delle forze dell'ordine, anche recentemente. E a seguito di una di queste visite, proprio martedì il tribunale di Frosinone si è pronunciato sullo stessoMemajdinie su Harli Brahimi, 29 anni, albanese anche lui. Entrambi, difesi da Vellucci e Masecchia, sono stati condannati a quattro anni. I due sono stati riconosciuti responsabili della detenzione della droga, 79 dosi di cocaina, gettata nello scarico del bagno e ritrovata in un pozzetto, davanti alla casa di via Bellini. Trovati anche mille euro. Ai due era contestato anche il possesso di altra droga rinvenuta nella tromba delle scale. Ma dato che stupefacente e sostanze per il confezionamento erano stati rinvenuti solo all'interno dell'appartamento, per quest'altro fatto sono stati assolti non essendo stata di- mostrata la disponibilità diretta dello stupefacente né tantomeno la riconducibilità ad essi.
Nella casa di via Bellini, come al Casermone, l'attività avveniva all'interno di un alloggio popolare occupato abusivamente, le cui difese erano state potenziate con il posizionamento di inferriate. E anzi dopo le prime incursioni, era stato utilizzato anche un altro alloggio.
Al resto del gruppo, che dovrà comparire a ottobre davanti al giudice monocratico di Frosinone, è contestata una serie di reati di spaccio, generalmente cocaina che veniva pagata 80 euro a grammo e 40 euro per mezzo grammo. In un altro episodio viene contestata la vendita di 55 dosi di cocaina, nel giugno del 2014, del valore di 570 euro