Mogli, fidanzate, compagne vittime di chi invece di amarle le distrugge. I casi di maltrattamenti sono tanti. E ancora troppo poche le denunce. Nel mondo la violenza non è diminuita. Anche in provincia di Frosinone ci sono ferite ancora aperte e donne che vivono incubi quotidiani soprattutto tra le quattro mura domestiche. Ne abbiamo parlato con Patrizia Palombo, presidente del centro Telefono Rosa Frosinone».
Quale sensazione prova quando ascolta il dramma delle vittime di violenza?
«Il dolore che provo ogni volta che ascolto una donna, un'adolescente o una bambina raccontare la storia della violenza/e che è stata costretta a subire, rafforza in me il pensiero che non si può ignorare tutto questo, si deve agire e mettere in atto le strategie che possono portare ad aiutare queste donne. Da gennaio 2017 il nostro centro del Telefono Rosa, con sede in Ceccano, ha ricevuto oltre 90 telefonate di donne, quasi tutte riguardavano violenze in famiglia. Sì, la famiglia, quel luogo che per antonomasia dovrebbe essere il più sicuro, per molte donne diventa una trappola troppo spesso mortale, fatta di violenze e soprusi. Donne con bambini che già da piccolissimi assistono a violenze di ogni genere. La violenza assistita è una vera e propria forma di maltrattamento psicologico, che il più delle volte è sottovalutato, che riverbera i suoi effetti sul minore a livello emotivo, cognitivo, fisico e relazionale».
I motivi che scatenano episodi violenti?
«Spesso si scatenano per motivi banali e sono seguiti dalle scuse e dal pentimento del partner (le "false riappacificazioni) che promette che si è trattato di un episodio straordinario e non si ripeterà più. Inizia così la "luna di miele", un periodo in cui il rapporto, apparentemente più saldo, riprende come se niente fosse accaduto. Solo col tempo ci si rende conto di non poter controllare il comportamento sempre più violento del compagno; nonostante i tentativi di adeguarsi alle sue innumerevoli richieste, il rapporto violento si instaura in modo graduale attraverso litigi, nati per motivi banali, che col tempo divengono più frequenti e più intensi».
La violenza spesso è accompagnata da atti di stalking…
«Sì, nella maggioranza dei casi la violenza è accompagnata da atti di stalking con durata media delle molestie insistenti di circa 3 anni. Nel 93% dei casi le donne che si sono rivolte al nostro centro hanno subito violenze ripetute da parte del partner e hanno figli. Nel 64% dei casi i figli hanno assistito ad uno o più episodi di violenza e spesso l'hanno a loro volta subita. Le violenze spesso non sono denunciate: il sommerso è ancora elevatissimo. Nel mondo la violenza negli anni, purtroppo, non è diminuita, e colpisce qualsiasi strato sociale e nasce quasi sempre all'interno di quelle realtà comunemente sentite sicure: famiglia, scuola, lavoro».
Cosa dite alla donna quando si rivolge al vostro centro?
«Le viene detto "Ricordati che non sei più sola, il tuo problema è un nostro problema e insieme lo affronteremo e supereremo". Noi offriamo a lei e ai suoi figli un supporto psicologico, legale, pedagogico e l'aiutiamo nel reinserimento nella vita sociale. Diciamo "Se ti hanno detto "è colpa tua" sappi che non è vero. Se ti hanno fatto credere che hai fatto qualcosa per meritarti quello che subisci sappi che stanno abusando di te. Nessun comportamento può giustificare il ricorso alla violenza».