La scelta di trasformare i tormenti di Cesira, la protagonista della pellicola ispirata dal libro di Moravia, in un film hard è un oltraggio alla Ciociaria. C'è chi la pellicola la vuole al rogo e chi disprezza la scelta di speculare su una tragedia. Intanto sulla locandina spunta una scritta dove si evidenzia che il remake non contiene scene di stupro.
A non usare mezzi termini è il presidente dell'Associazione delle vittime delle Marocchinate, Emiliano Ciotti. Nella sua lettera inviata al premier Gentiloni, pone l'accento «sull'impatto psicologico, non indifferente, che un film del genere avrebbe sulle famiglie delle vittime delle violenze». Proprio l'utilizzo disinvolto della storia ha, infatti, scatenato la sua ira contro il regista: «Si fa chiamare Maestro - evidenzia - Io lo invito a studiare la storia. Magari anche quello che le truppe marocchine hanno combinato nella sua Napoli e nell'hinterland. Mi chiedo come si fa a costruire qualcosa che si ritiene artistico su questo dolore, e cosa dovrebbero pensare di lui, i parenti delle vittime di stupri e di omicidi». Roberta Gemma, nei panni di Sophia Loren, e Mario Salieri emulo di Vittorio De Sica, ricevono un sonoro schiaffo pure dal presidente della Provincia Antonio Pompeo. «La nostra storia, in particolare una pagina così drammatica come quella delle marocchinate - puntualizza - merita rispetto assoluto e non va calpestata nella maniera squallida del film di Salieri. Proprio questa vicenda, insieme alla ricorrenza dell' 8 marzo, dimostrano quanto è ancora necessario e importante promuovere e insegnare il rispetto per le donne». Pesante e significativa la presa di posizione di Gioventù Nazionale che ieri ha ricordato le vittime delle truppe coloniali francesi con un sit-in a Castro De Volsci, nel posto dove sorge il monumento alla "Mamma Ciociara". Con loro c'erano Massimo Ruspandini, sub commissario provinciale di Fratelli d'Italia, Daniele Maura, dirigente provinciale di Fdi, il consigliere comunale di Ceccano Federica Aceti e l'assessore alla cultura della città fabraterna Stefano Gizzi «Le donne vittime delle marocchinate - sottolineano - dopo più di settant'anni non hanno pace né hanno ottenuto il rispetto che meriterebbero. La tragedia umana di centinaia di donne stuprate e torturate dalle truppe franco-marocchine nel 1944 da troppo tempo passa sotto silenzio per non intaccare il mito dei "liberatori". Un dramma che per anni ed anni le vittime di quei barbari in divisa hanno scontato sulla loro pelle e che ha lasciato segni indelebili. Quando uscì nelle sale il film "La Ciociara" - aggiungono - nel nostro territorio il ricordo di quegli stupri era ancora fresco. Oggi l'orrore torna a galla, non per essere finalmente ricordato e condannato a dovere, ma perché un regista pornografico, tale Salieri, ha pensato bene di farne la trama di un suo film, quasi che gli stupri fossero temi d'intrattenimento, quasi che la violenza sessuale sia un sollazzo per chi produce e per chi vede tali film. Una scelta vergognosa, pesante, anzi schifosa. Come Gioventù Nazionale - concludono - condanniamo questo gesto».
E tutto, come annunciato, approda sul tavolo del ministro dei Beni e delle attività culturali, attraverso un'interrogazione della senatrice Maria Spilabotte. «Certe pagine della storia - fa notare la parlamentare dem a Dario Franceschini - devono essere trattate con il rispetto che meritano. Si chiede di sapere - conclude - quali provvedimenti il Ministro intende adottare. E se è sua intenzione verificare il contenuto del film in questione, per evitare offese al buon costume, alla memoria delle vittime, alla dignità dei familiari e di tutti gli italiani».