Prima quella dei finti assicuratori; poi gli avvocati amici dei figli che, in cambio di soldi, evitano denunce e problemi con la giustizia. Ancora, sulla scia della paura post-terremoto, ecco i falsi periti che devono verificare le condizioni degli edifici. Se le inventano davvero tutte per cercare di truffare gente e incassare qualche soldo. E adesso ecco il nuovo escamotage: finte dipendenti comunali inviati dagli uffici per il censimento.

L'episodio 

È quanto accaduto mercoledì scorso, intorno alle 8.40, in un'abitazione di via Piemonte. Lì risiede una settantacinquenne, M.D.O., che vive con la figlia. Poco dopo che quest'ultima era uscita di casa per andare al lavoro, al campanello dell'appartamento suonano due donne. Una resta sul pianerottolo (a fare da palo), l'altra, con cartellina in mano e occhiali scuri, chiede di entrare per compilare la scheda del censimento, chiedendo alla donna di mostrarle eventuali perdite idriche. Cerca di portare l'anziana in bagno, probabilmente per distrarla nel tentativo di arraffare soldi e oro, ma poi il piano salta.

Un'inquilina del palazzo esce sul pianerottolo con il cane che comincia ad abbaiare: la donna fuori casa avverte la complice e in pochi attimi entrambe si dileguano, facendo perdere le loro tracce. L'anziana realizzerà soltanto più tardi che si tratta di due truffatrici di origini rumene. E quando la figlia viene a conoscenza dell'accaduto, si rivolge al Comune che nega di avere dipendenti in giro per il censimento. Informa anche i carabinieri che la invitano a spargere la voce e così fa: nel centro di Castelliri cittadini e commercianti vengono avvisati. La truffa ora si traveste da censimento e parla rumeno. Attenzione ad aprire la porta.