Sono trascorsi più di quattro anni da quando un deposito di materiale edile con presenza di amianto fa brutta mostra di sè in un podere privato della borgata Immoglie di Picinisco, a due passi dalla comunale che conduce al capoluogo e a pochi metri dalla sponda destra del Mollarino. Era il novembre 2013 quando l'autorità giudiziaria ne dispose il sequestro in attesa che qualcuno provedesse a smaltire tutto il materiale accatastato su quello che una volta era un florido pascolo. «Sono molti i residenti della contrada che mi hanno chiamato per chiedere una soluzione problema - dichiara Riccardo Mancini, consigliere di opposizione - e non si capisce per quale motivo non venga al più presto risolto visto che c'è anche l'intervento dell'autorità giudiziaria a certificare che su quel sito è depositato ed esposto all'aria materiale riconosciuto cancerogeno, mentre tutto intorno ci sono case abitate e le stalle che ospitano greggi» prosegue Mancini, preoccupato che il lento ma costante degrado del materiale disperda nell'aria ulteriori fibre: «Rimanere esposto all'aria favorisce l'alterazione del materiale e inalazione delle fibre da parte di persone e animali, e il loro deposito sulle colture nei campi della zona». Mancini poi riferisce che «il Comune di Picinisco è al corrente del deposito tanto che in più occasioni è stato chiesto al privato che lo possiede di provvedere alla bonifica del sito, ma dal novembre 2013 non sembra che si siano fatti concreti passi avanti. Il deposito - conclude Mancini - si estende su una superficie di circa 200 metri quadrati tanto che qualche tempo fa anche l'associazione ambientalista Fare Verde si è interessata affinché fosse messa in atto l'azione di bonifica, ma con scarsi risultati a quanto sembra».