Botte da orbi in casa, minacce continue. Storie tutte simili tra loro, che questa volta hanno un altro punto in comune: la voglie di riscatto da parte delle donne che hanno deciso di rompere il silenzio e denunciare.Tre le denunce presentate negli ultimi giorni dalle vittime agli agenti del Commissariato di Cassino: sono quelle di mamme,mogli e compagne stanche di subire.Le stesse che hanno deciso di sottrarsi alla furia degli uomini che hanno giurato loro amore per tutta la vita e che invece, lontani da occhi indiscreti,si sono trasformati in aguzzini.
Purtroppo in una delle situazioni portate all'attenzione della polizia, coordinata dal vice questore Alessandro Tocco, la violenza ha coinvolto anche una bambina di 11 anni colpita dal padre durante una discussione.Una violenza inaudita,che ha portato la piccola in ospedale, con una prognosi di 20 giorni.
I tre uomini, di 40 e 36 anni, sono stati denunciati per maltrattamenti in famiglia.Un importante risultato, quello raggiunto dalla polizia di Cassino, che attraverso la campagna di sensibilizzazione voluta fortemente dalla Questura, è riuscita a sostenere le vittime e a guidarle verso l'unica via d'uscita: la denuncia.
L'unica vera arma in grado di placare la violenza e sottrarre le vittime anche da quella psicologica.«Se ti ricatta, non è amore. Se minaccia te o i tuoi figli, non è amore. Se ti umilia, ti perseguita,ti offende non è certo amore». Questi alcuni nei messaggi veicolati spesso dalla polizia e rafforzati soprattutto nel giorno di San Valentino.
A giudizio per stalking
L'altra forma di violenza con cui gli agenti e le forze dell'ordine si trovano a fare i conti quando si parla di relazioni e sentimenti è quella legata allo stalking. Diversi i casi registrati nel Cassinate, un numero crescente negli ultimi mesi.Proprio ieri mattina ad essere stato rinviato a giudizio per un'ipotesi di stalking è un ventiseienne di Pontecorvo accusato dalla sua ex fidanzata di atti persecutori. Due anni di amore,poi la fine della relazione. E l'inizio,secondo quanto denunciato dalla ragazza, di un periodo tormentato fatto di messaggi continui e molesti.
E di pedinamenti,persino durante le lezioni universitarie a Cassino. Ieri il rinvio a giudizio per il giovane,assistito dagli avvocati Turchetta e Michele Notaro, pronto a dimostrare il 17 luglio in aula, la sua innocenza.