Un terremoto ha scosso il rettorato dell'Università di Cassino. Una scossa tremenda che ha provocato un buco da quaranta milioni euro.Una voragine difficile da colmare, e che mette a rischio anche il futuro delle casse, e quindi dell'ateneo stesso, fino ad oggi uno dei pochi enti pubblici ad avere bilanci sani e senza debiti.

Ora, anche il tempio della cultura, dovrà fare i conti con il cinismo dei numeri e sottoporsi a un piano pluriennale di rientro dal debito, altrimenti sarà il collasso. Chi, e perché, abbia provocato il buco, al momento è mistero. Quello che si sa, con certezza, è che la voragine c'è.
Il rettore Betta, eletto due anni fa, se n'è accorto a settembre scorso, quando l'ateneo aveva bisogno di un Durc per partecipare a una gara europea, un banale certificato dal quale risulta che l'ente è in regola con il versamento di tasse e di contributi ai dipendenti. E invece, sorpresa: l'Inps ha comunicato che l'Unicas non era in regola.Un fulmine a ciel sereno.

All'inizio si pensava a un errore burocratico. E invece no, era tutto vero. Il rettore Betta e il Dg Capparelli hanno dovuto constatare che all' appello mancherebbero 31 milioni di euro ai quali se ne aggiungerebbero altri 9 tra interessi e sanzioni. L'Inps ha infatti rilasciato un Durc negativo.

Il motivo? Nel periodo compreso tra il 2011 e il 2014, ovvero quando era rettore Attaianese, e nei primi tre mesi della gestione Betta, non sono stati versati tutti i contributi. Le verifiche hanno evidenziato una serie di buchi nei versamenti: pare siano stati fatti a singhiozzo alcuni mesi si altri no. Agli oltre 300 dipendenti,insomma, mancherebbero circa quattro anni di contributi previdenziali. A partire già dal mese di ottobre il rettore Betta ha dunque disposto la revisione dei bilanci affidata a due società specializzate.

Come sia stato possibile ciò, visto che tutti i bilanci sono sempre risultati in regola?Se ne occuperà giovedì il Cda in un'apposita seduta. Ma il mistero regna sovrano.