Si fidavano della commercialista. Le avevano affidato la contabilità dell'impresa, un ditta di commercio all'ingrosso, e anche la documentazione per le dichiarazioni dei redditi. E così quando sono arrivate le prime sanzioni sono rimasti a dir poco sorpresi.

Poi, quando hanno capito che la professionista, in base alla denuncia, non aveva presentato le dichiarazioni, con la conseguenza che tre appartamenti erano stati pignorati per i debiti con il fisco, non hanno esitato a denunciarla. Ma la procura aveva chiesto di archiviare il caso. Ora il gip del tribunale di Frosinone Francesco Mancini ha imposto al pubblico ministero l'imputazione coatta della commercialista, che tra l'altro non esercita. In pratica il pm dovrà procedere con la richiesta di rinvio a giudizio.

I fatti si riferiscono al periodo in cui i commercianti erano clienti della professionista. Quest'ultima, stando alle accuse, avrebbe presentato delle dichiarazioni in bianco, facendo figurare ai clienti di averle regolarmente presentato con tanto di timbri. Tuttavia l'Agenzia delle Entrate avrebbe riscontrato la mancata presentazione delle dichiarazioni per diverse annualità, sanzionando pesantemente i due. Arrivati i primi accertamenti, i commercianti chiesero spiegazioni alla commercialista, ricevendo rassicurazioni. La donna avrebbe spiegato loro che si trattava di normali accertamenti a campione dell'Agenzia delle entrate e che non avevano nulla da temere, anche perché avrebbero fatto ricorso alla commissione tributaria.

Ma con il passare del tempo la situazione, anziché migliorare è precipitata. Ai coniugi sono arrivate nuove richieste di pagamento, per altre annualità. E sono arrivati anche i primi pignoramenti, per un totale di circa 400.000 euro. Ad essere pignorati sono stati tre appartamenti, a Frosinone, agli Altipiani di Arcinazzo e al mare. Stanchi della situazione creatasi, i commercianti si sono rivolti direttamente all'Agenzia delle entrate ricevendo una risposta tutt'altro che rassicurante. Anzi.

Lì hanno scoperto di risultare evasori, non avendo presentato le dichiarazioni per più anni consecutivi. Non sapendo come venirne fuori, i commercianti hanno allora presentato una querela contro la professionista. Gli accertamenti compiuti dalla procura, tuttavia, non hanno fatto emergere situazioni particolari e così il pm Coletta aveva richiesto un'archiviazione.

Contro tale atto si è opposta la parte offesa, che si è affidata all'avvocato Claudia Padovani. Il legale ha chiesto al giudice il compimento di ulteriori attività d'indagine. Richiesta accolta dal magistrato che ha imposto al pm di formulare l'imputazione coatta, ipotizzando gli estremi della truffa. Del resto i commercianti, tra le varie cose, hanno lamentato anche il pagamento delle parcelle, per un totale di 600 euro l'anno. Ora dunque gli atti tornano al pubblico ministero che dovrà rivalutare il caso e sollecitare il rinvio a giudizio della professionista, che è difesa dall'avvocato Loredana Ruscito e che, comunque, respinge le accuse.