Nei prossimi giorni verrà depositata alla Procura della Repubblica di Torino una denuncia-querela a carico degli amministratori Fiat, per il reato di omicidio colposo. È quanto rende noto l'avvocato Ezio Bonanni, presidente dell'osservatorio nazionale sull'amianto. Presentato un nuovo esposto per le morti di amianto in Fiat. La vittima, si legge nella nota, è un uomo residente a Ferentino, S.M, operaio montatore, che ha lavorato una vita nello stabilimento Fiat di Cassino. L'Osservatorio nazionale amianto, associazione rappresentativa delle vittime dell'amianto, rende pubblica la segnalazione di diversi nuovi casi di mesotelioma ed altre patologie asbesto-correlate tra gli ex dipendenti Fiat S.p.A. L'INAIL ha riconosciuto l'origine professionale della patologia che ha causato la morte di S.M., ed ora, chiedono dall'Osservatorio, che vengano individuati e puniti i responsabili.

«La Procura della Repubblica di Torino, P.M. dottor Colace, da anni ha avviato le indagini per le morti sospette in Fiat, ed è quindi arrivato il momento che si giunga al processo». L'ONA ha costituito un comitato di vittime di amianto in Fiat, affidato al coordinamento della dottoressa Denise Gaia, il cui padre, Francesco Gaia, è un'altra delle vittime dell'amianto in Fiat, essendo deceduto per mesotelioma che l'INAIL ha riconosciuto di origine professionale. Entrambe le famiglie delle vittime sono assistite dall'avvocato Ezio Bonanni, presidente dell'Osservatorio nazionale sull'amianto, e si costituiranno parte civile per chiedere il risarcimento dei danni.

Le dichiarazioni

«Ci auguriamo che la Procura di Torino chiuda al più presto le indagini, in modo che le vittime si possano costituire parte civile e con esse anche l'O sservatorio Nazionale Amianto, che ne sostiene le istanze di giustizia - dichiara l'avvocato Ezio Bonanni, presidente dell'Osservatorio nazionale amianto. Questi familiari hanno diritto a che il processo si celebri, dopo che sono passati anni dall'inizio delle indagini o, almeno, hanno diritto di sapere se per la morte dei loro congiunti c'è o meno un responsabile. Lo si deve a questi lavoratori, che per un salario sono morti uccisi dall'amianto e potevano essere salvati se fossero state adottate le misure di sicurezza. Per questo motivo - conclude l'avvocato Bonanni - non demorderemo, e, anzi, con il rinvio a giudizio chiameremo anche la nuova società come responsabile civile, perché risponda in solido con gli imputati dei danni che queste famiglie hanno subito».