È convinto che la moglie lo tradisca. Ingaggia un'agenzia di investigazioni private per pedinare la donna e, una volta ottenuta conferma dei sospetti, invia video e foto compromettenti agli amici. Tra questi c'è anche il prete che avverte la donna e che ora dovrà essere sentito in tribunale come testimone. Dopo la denuncia della donna l'uomo, infatti, è finito sotto processo per il reato di diffamazione aggravata.
Nei confronti di G.S., 35 anni, imprenditore frusinate, originario di Ceccano, ieri mattina, davanti al giudice monocratico, si è aperto il processo. L'uomo, difeso dall'avvocato Giampiero Vellucci, è chiamato in causa per un episodio risalente a due anni fa. Nel 2014 i rapporti con l'ormai ex consorte sono ai ferri corti. Per cui l'uomo decide di rivolgersi a un'agenzia di investigazioni privata di fama nazionale. Inizia la fase di pedinamento della donna, i cui movimenti sono seguiti passo dopo passo. Gli investigatori riescono a immortalare la donna in
compagnia del nuovo amico. I servizi di appostamento proseguono con mezzi da spionaggio. Telecamere, microspie, microfoni che captano le voci a una distanza di oltre dieci metri. Raccolto un voluminoso dossier sulla presunta infedeltà coniugale, gli investigatori
presentano il conto all'imprenditore, ben felice di saldarlo. Ora ha in mano - pensa - delle prove schiaccianti. Solo che, stando alle accuse che gli sono costate il rinvio a giudizio, ne fa un uso distorto.
L'uomo decide di diffondere pubblicamente un video e un audio che immortalano e registrano immagini e voci della donna in compagnia dell'amante. Il video - stando alle accuse - ritrae i due insieme in auto. Ma è soprattutto l'audio, che avrebbe registrato le effusioni tra i due amanti, a sollecitare una curiosità morbosa. Video e audio cominciano a girare tra gli amici della coppia. Non pago, sempre in base alla ricostruzione della procura, l'uomo avrebbe inviato quei file al prete della parrocchia frequentata dai due. E sarebbe stato il religioso ad avvertire la donna. Da qui la denuncia nei confronti dell'ex e il via all'inchiesta.Trai primi testi che saranno chiamati in aula, alla prossima
udienza, a giugno, c'è proprio il sacerdote. Che dovrà decidere se rispondere alle domande come un teste qualsiasi o se trincerarsi dietro
il segreto del confessionale.