«Sono extracomunitario, ho diritto a viaggiare GRATIS. E mette le mani addosso al controllore sulla tratta Cassino-Napoli. SENZA PAROLE. Solidarietà a chi, anche oggi, lavora su treni, autobus, metro e ogni giorno rischia la propria incolumità. #stopinvasione». Sono da poco passate le ore 16 di ieri pomeriggio quando Matteo Salvini, sulla sua pagina Facebook, pubblica un post con chiaro riferimento a quanto accaduto alla stazione ferroviaria di Cassino sabato mattina poco prima della partenza del treno diretto a Napoli.

Ricapitoliamo: l’altro ieri mattina, alla richiesta del controllore di mostrare il tagliando prima della partenza del convoglio da Cassino, un nigeriano si è scagliato contro di lui e contro un agente in borghese intervenuto nell’immediatezza. Il trentenne avrebbe dichiarato di non dover fare il biglietto pro- prio perché extracomunitario, quindi esentato. Poi la violenza e le manette. Quindi l’arresto.

Tutto finito? Giustizia è fatta? Neanche per sogno, semmai è appena cominciata. Perché ora, con la discesa in campo del leader Matteo Salvini, l’episodio accaduto a Cassino diventa un caso nazionale e riaccende i riflettori sul tema della sicurezza e, soprattutto, su quello dell’immigrazione. Già nella giornata di sabato, poche ore dopo la pubblicazione in rete della notizia, è prevalsa l’onda razzista con commenti poco eleganti nei confronti del nigeriano e degli extracomunitari in generale. Ieri stesso identico copione: il post di Matteo Salvini - che su Facebook conta circa un milione e 800.000 seguaci - ha ottenuto in poche ore 8.000 like e quasi 3.000 condivisioni.

L’onda razzista

Pochi i commenti nel merito. Più che altro ha prevalso l’onda razzista, contraria all’immigrazione. Senza se e senza ma. «Tra poche ore sarà già fuori. Dovrebbe essere superfluo dire che una risorsa del genere in Italia non ci dovrebbe neanche stare, che se scappassero realmente da una guerra non si lamenterebbero» uno dei commenti. E ancora: «Non fatevi commuovere quando li vedete sui barconi, sono gente senza leggi, guerrafondai, qui arriva la peggior specie, e viene cacciata dalle stesse popolazioni perché non sono gradite nei loro paesi». Il caso Cassino infiamma insomma la bacheca Facebook del leader leghista, che poi rimbalza anche sui gruppi social della città martire dove, con lo stesso tenore, si condanna l’accaduto. E l’immigrazione.