Un gigantesco mondo sommerso che gira intorno alla “dea” droga e che articola le sue trame nei luoghi e nelle vite, tra usi occasionali e pesanti dipendenze. La prosa è più cruda della poesia e fotografa, in queste settimane, un “imbarazzo” nella piazza dello spaccio che ha il suo cuore nevralgico nell’area compresa tra il Tribunale e il Comune. Fuori dai giochi, grazie alla brillante operazione dei Carabinieri “La Storia Infinita”, coordinata dalla procura, il gruppo Panaccione/Ferreri e le sue mille articolazioni, ora il centro degli affari sembra vivere il suo smarrimento.

In carcere il leader del sodalizio, che stava lavorando a costituire una «famiglia» - come si legge nella voluminosa ordinanza - per dare una organizzazione ancora più stabile al suo operato e alle sue «squadre» e «squadrette» che avevano l’obbligo - per gli investigatori - di controllare la piazza, gestirla e riscuotere il “pizzo” da ogni singolo spacciatore. Ora sembra essersi creato un vuoto dove la domanda supera di gran lunga l’offerta. Non c’è più un canale di approvvigionamento certo né quei punti di riferimento che rendevano facile la “partita”. Sistemi ben congegnati e rodati, troppo spesso, alla portata di tutti.

I canali di approvvigionamento

Ora, anche agli occhi degli inquirenti che mantengono altissima la guardia, sembrano muoversi microcosmi in cerca di vocazione “commerciale”, piccoli gruppi più o meno organizzati, singoli spacciatori che compiono viaggi poco rischiosi verso Secondigliano, Scampia e limitrofi anche solo per pochi grammi.

Piccoli pusher crescono

Da una parte ci sono i gruppetti che conoscono, più o meno approfonditamente, il sistema e che starebbero intensificando i loro affari, provando a capire se davvero il mercato è così libero. Dall’altra anche singoli consumatori che - magari - preferiscono raggiungere i vicini confini e fermarsi per fare piccoli rifornimenti casalinghi (per sé e, forse, per amici) approfittando di una gita fuori porta. Ma ci sarebbero anche pusher del circondario che arrivano, come rinforzi, nella piazza cassinate per vendere la loro merce. Sposando il centro degli affari nella ben più “ricca” ed esigente città di Cassino.

L’arresto

Un’ipotesi questa suffragata anche dall’ultimo arresto avvenuto proprio in piazza Labriola. Venerdì sera, gli agenti del Commissariato erano impegnati, con le immancabili unità cinofile, a setacciare il centro cittadino laddove è più elevata la presenza di persone dedite allo spaccio di sostanze stupefacenti. Determinante è stato il fiuto dei due cani poliziotto, Yago e Yamil che, durante un controllo, hanno “segnalato” una persona che si aggirava in piazza Labriola. Immediata la perquisizione: l’uomo, un trentenne residente ad Aquino, è stato trovato in possesso di diversi pezzi di hashish per un peso complessivo di 40 grammi. I poliziotti hanno effettuato anche una perquisizione presso la sua abitazione, dove sono stati rinvenuti altri 18 grammi di hashish e un bilancino di precisione. Il trentenne è stato arrestato per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

Controlli in città anche ieri mattina: in campo anche le pattuglie del reparto Prevenzione Crimine Lazio dotate del noto sistema “Mercurio”, piattaforma tecnologica per il controllo automatico delle targhe. Controllati anche quattro esercizi commerciali. Proprio ai negozianti sono stati rivolti gli ultimi appelli, dal prefetto al procuratore della Repubblica, fino all’associazione Caponnetto affinché si inizi a scucire la trama del silenzio per iniziare il “racconto” di fatti e circostanze utili a irrobustire importanti indagini.

Droga a peso d'oro: piazza difficile e i costi lievitano

Prezzi fuori mercato. Esagerati! Da quando è stata smantellata la rete dello spaccio costruita, secondo le accuse, dai coinvolti a vario titolo ne “La Storia Infinita”, pare che la piazza di Cassino abbia un grosso problema da risolvere: quello dell’approvvigionamento stabile e duraturo dello stupefacente. Il malaffare sembra soffrire. Ed ecco allora che la poca “merce” che (fortunatamente) riesce a sbarcare nel territorio venga fatta pagare a peso d’oro. Ricercata e preziosa per gli assuntori che fanno la fila, ormai.

Gli occhi delle forze dell’ordine, poi, sono puntati sui principali luoghi di smercio nonché sulle vie del rifornimento, e questo contribuisce a rendere le maglie sempre più strette e i prezzi più alti. Non è difficile ipotizzare che, se nel recente passato un grammo di cocaina potesse fruttare 120 euro: diviso per tre, quattro dosi grazie ai dovuti mescolamenti, ora un grammo di cocaina arrivi a fruttare anche duecento euro. Cinquanta euro potrebbe essere il prezzo all’ingrosso per un grammo e cinquanta euro il costo singolo delle tre, quattro dosi che si possono ricavare, contro i 30 euro del passato.

Viaggiare in direzione Secondigliano, invece, per acquistare un etto sempre di cocaina “buona”, significa avere nel portafoglio almeno 5.000 euro. E con i “resti”, una volta tagliata, si può sempre cucinare qualche dose di crack: basta una pentola, gli ingredienti giusti e la fiamma ad alimentare la miscela. Roba per tasche meno gonfie. Rincari, a quanto pare, anche nel mondo dell’hashish dove una «svolta», cioè mezzo grammo, sarebbe passato dai classici 10 euro a 20. Cifre a parte, anzi appartenenti a un mondo che possiede le proprie leggi di mercato, l’occhio clinico delle forze dell’ordine resta sempre aperto. Prezzi alti o bassi, il reato non cambia!