Avevano acquistato su internet i semi della droga lo scorso agosto, iniziando così quella che, in assenza di lavoro, pensavano potesse essere la loro fonte di guadagno. Cosa ci fosse dentro quella stanza, chiusa a chiave, lo sapevano solo gli uomini, le donne ne erano all’oscuro. La pistola lanciarazzi rinvenuta era stata recuperata tempo fa durante il ritiro del ferro, e invece di essere gettata era stata portata a casa come “oggetto di valore e antico da custodire”.

Queste, per sommi capi, le dichiarazioni che ieri mattina, davanti al giudice Logoluso hanno rilasciato padre e figlio, arrestati dai carabinieri, insieme a due donne, madre e nuora dello stesso nucleo familiare. Convalidati gli arresti di madre, G.P. di 43 anni, padre, G.R. di 57, figlio, S.R. ventiseienne e nuora, M.T. ventunenne, tutti disoccupati e incensurati. Sono stati scarcerati, con l’obbligo di presentazione per tre giorni a settimana nella caserma dei carabinieri di Ferentino. Il loro avvocato Mario Cellitti ha chiesto un termine a difesa finalizzato a valutare un rito alternativo. L’udienza è stata rinviata a maggio.

Nell’abitazione in cui vivevano i quattro, insieme ai figli della giovane coppia, era stata creata una serra con piante di marijuana. Ben quindici, del peso complessivo di 7,5 kg, oltre a foglie già essiccate pronte per essere immesse nel mercato dello spaccio, materiale per il confezionamento e una pistola lanciarazzi, erano stati rinvenuti dagli uomini dell’Arma, al comando del maresciallo Raffaele Alborino, tutti coordinati dal capitano Camillo Giovanni Meo.

Ieri padre e figlio si sono autoaccusati di costruzione, coltivazione e mantenimento della serra. In merito alla pistola, il cinquantasettenne ha dichiarato di averla rinvenuta casualmente durante uno dei tanti lavori, svolti in passato, di sgombero di locali, raccolta di ferro. Un’arma non funzionante utilizzata come “oggetto di bellezza”. Diversa la posizione delle donne che hanno confermato di non avere accesso alla stanza dove era stata realizzata la serra della droga. Non erano a conoscenza di cosa avvenisse in quell’area dell’abitazione, di proprietà della quarantatreenne, chiusa a chiave e “vietata” alle donne.

Durante l’interrogatorio i due uomini hanno inoltre dichiarato di aver acquistato i semi su internet e di non essere riusciti a costruire bene la piantagione, non essendo abituati. Mercoledì scorso il blitz dei militari e il sequestro della serra e di vario materiale.