Avrebbero favorito la Sangalli nell’appalto dei rifiuti. È l’accusa costata il rinvio a giudizio all’ex assessore di Ferentino Amedeo Mariani e a sua moglie Carla Salvatori, responsabile del procedimento per il servizio di raccolta dei rifiuti. Il gup del tribunale di Frosinone Stefano Troiani, davanti al quale aveva patteggiato in precedenza Daniela Sangalli, figlia dell’ex patron dell’impresa monzese, ha accolto le richieste avanzate dal sostituto procuratore Adolfo Coletta.

Il Comune di Ferentino si è costituito parte civile attraverso l’avvocato Calogero Nobile. In base a quanto ricostruito dalla procura i due, difesi dall’avvocato Vincenzo Galassi, «al fine di guidare le procedure di gara di appalto per la raccolta Rsu nel Comune di Ferentino, di favorire l’affidamento del servizio all’impresa SangalliGiancarlo &c. srl e di assicurare alla stessa impresa la continuità della gestione nonché le eventuali proroghe del servizio, accettavano la promessa e ricevevano da Giancarlo Sangalli l’importo pari all’1% del valore della gara, e perciò l’importo di 73.250 euro che gli venivano corrisposte in data imprecisata, ma comunque prossima all’agosto 2008».

Ad agosto del 2013, alla scadenza del contratto, l’assessore Mariani avrebbe fatto ostruzione per ritardare la nuova gara, «facendo in modo che il Comune di Ferentino procrastinasse il servizio» affidandolo alla Sangalli, per un importo di 1,6 milioni, per un altro anno. Ai Mariani è contestato il tentativo di concedere alla Sangalli una rivalutazione Istat superiore al dovuto.

Il tentativo di riconoscere 313.000 euro in luogo di 123.787 euro, effettivamente dovuti, fu stoppato dai dirigenti comunali. All’ex assessore è contestato il millantato credito presso sindaci, assessori e funzionari di Comuni ciociari, per la «sua influenza su personaggi della politica locale, esponenti del Partito Democratico». A tal fine - secondo l’accusa - si sarebbe fatto consegnare, come prezzo per la sua mediazione, la somma di quarantamila euro per far aggiudicare appalti alla Sangalli altrove. Mariani e Salvatori sonoaccusati di un tentativo di induzione indebita a dare o promettere utilità per una cappella cimiteriale. Infine a Mariani è contestato l’aver promesso posti di lavoro in cambio di voti alle elezioni amministrative del 2013.