Per il disastro ferroviario di Roccasecca del 20 dicembre 2005 la Cassazione ha confermato lo scorso ottobre la sentenza di assoluzione per i due macchinisti, Mario Mangano e Gabriele Venditti, difesi dagli avvocati Calogero Nobile, Antonino Nobile e Fabio Tanzilli. Ieri sono arrivate le motivazioni depositate dai giudici della Corte di Cassazione. Il 27 settembre 2012 il collegio penale del Tribunale di Cassino aveva condannato i due a tre anni e sei mesi, era stato riconosciuto l’errore umano, il colpo di scena era arrivato un anno dopo dalla corte d’appello che ribaltò la sentenza, la Corte di Cassazione ha scritto la parola fine con la conferma dell’assoluzione con formula piena.

Mangano e Venditti hanno sempre dichiarato che il semaforo era verde e questo è stato riconosciuto in via definita. La Corte d’Appello ha scritto: “... ha rilevato il mancato riscontro sul piano probatorio, sottolinenando l’assoluta incongruenza che entrambi gli imputati, effettuate le necessarie verifiche, avessero continuato a svolgere il medesimo successivamente al disastro”; e ancora “... Sempre sul piano della logica, la corte ha ritenuto non comprensibile che gli imputati, nella fase di ingresso nella stazione di Roccasecca, avessero tenuto una condotta di guida corrette e attenta, salvo poi ignorare ben due segnali, consapevoli che una simile violazione, in assenza di altri sistemi di sicurezza, avrebbe messo a rischio la propria e l’altrui incolumità”; infine “... quanto alla possibilitò di procedere ad una rinnovazione dell’istruttoria dibattimentale, la Corte ha rilevato l’nutilità anche rispetto al considerevole periodo trascorso e all’assenza di condizioni all’epoca esistenti e non più verificabili”. Nel disastro morirono Francesco Martino, studente di 25 anni di Isernia, e Antonio Vallillo, 49 anni di Ferrazzano.