Domenica pomeriggio al cardiopalma al pronto soccorso dell’ospedale Santa Scolastica. L’ennesimo. Nonostante l’arrivo di nuovo personale, in particolare di cinque infermieri professionali annunciati dalla Regione Lazio, ieri, la fila nell’atrio del nosocomio ha superato la soglia delle cinquanta persone. Intorno alle diciassette, si contavano ben cinquantatré persone inattesa di ricevere una diagnosi, in base al malore che ciascuno accusava: tra loro anche cinque pazienti “marchiati” con il codice rosso e molti codici gialli. A gestire l’emergenza, due medici e quattro infermieri.

Da mesi, raccontiamo la cronaca di personale del pronto soccorso costretto a chiedere barelle in prestito negli altri reparti dell’ospedale, per sistemare i pazienti in condizioni consone all’ambiente ospedaliero. Ma anche così, ieri, era possibile rendersi conto di persone che avrebbero avuto bisogno di letti costrette ad aspettare il loro turno su carrozzelle. Ma non è tutto. La sala dei codici rossi contiene solamente tre postazioni monitor, ma capita – com’è capitato ieri pomeriggio – che ci siano contemporaneamente cinque codici rossi, senza considerare che uno di quelli gialli può diventare rosso.

Questo ad avvalorare ciò che i sindacati spesso hanno fatto notare: Cassino ha un bacino d’utenza enorme. A pochi metri dall’atrio, nei corridoi del pronto soccorso, intanto, sostano da due giorni una decina di malati, in attesa che nei reparti si liberi un posto letto. Li assistono e provvedono alle cure igieniche e al vitto i parenti, il personale infermieristico riesce appena a garantire loro la somministrazione della terapia. Chiedono di parlare con un dirigente, o con il “bed manager”, il responsabile dei processi di ricovero e dimissioni, previsto dalla riorganizzazione della rete ospedaliera regionale. Non ci sono.