Spese pazze per l’aeroporto di Frosinone, è il tempo della difesa. Davanti al giudice per le udienze preliminari Antonello Bracaglia Morante e al pubblico ministero Adolfo Coletta hanno reso l’interrogatorio Francesco Scalia, ex presidente del cda della società Aeroporto di Frosinone dal 2003 al 2009, e di Gestione aeroporto da settembre 2008 ad aprile 2009 e Giacomo D’Amico, numero uno
del cda di Adf e di Gadf dal 2009 al 2010. Gabriele Picano, presidente del cda di Adf dal novembre 2010 al febbraio 2013, avendo già sostenuto due interrogatori ha fornito dichiarazioni spontanee.

Picano, difeso dall’avvocato Mario Di Sora, ha parlato di un progetto politico e di spese ricollegabili all’attività della società. Ha ricordato di essere stato l’ultimo presidente e di essersi dimezzato lo stipendio. Giacomo D’Amico, difeso dall’avvocato Calogero Nobile, ha illustrato
le sue qualità manageriali per le quali fu designato dalla Regione, quindi ha spiegato a cosa si riferivano le spese sostenute. Il senatore Francesco Scalia, difeso dall’avvocato Gianrico Ranaldi, ha ribadito le ragioni del progetto che ritiene tuttora valido. Ha parlato di un’opportunità strategica per il territorio in termini di occupazione e infrastrutture in ragione dello studio che prevedeva un afflusso di quattro milioni di passeggeri l’anno. Ha ritenuto l’obiettivo raggiungibile, rispondendo ad ogni contestazione con atti e documenti. Scalia ha ricordato che l’iniziativa fu voluta dalla Regione con ben due leggi e che c’era un progetto delle Ferrovie per lo spostamento della stazione di Frosinone. Lo stesso ha chiesto di essere giudicato con l’abbreviato. 

Per la Procura le due società hanno speso 3,2 milioni di euro anche se il progetto non poteva essere realizzato. L’udienza è stata
rinviata per la discussione. La Provincia di Frosinone si è costituita parte civile con l’avvocato Giorgio Pongelli, respinta la costituzione di tre consiglieri di minoranza di Ferentino e dell’associazione Retuvasa.