Ore 8.15. Arriviamo a piazzale Europa, passando per la Monti Lepini. Tutti corrono, tutti vanno di fretta. Il “coprifuoco” è dietro l’angolo. Parcheggiamo, scendiamo dall’auto e andiamo in tabaccheria a comprare due biglietti per salire sulle navette, per raccontare e a fotografare un giorno in cui la città, in parte, è pronta a fermarsi. Scarpe comode, borsa con all’interno una maglia, in caso dovesse far freddo, bottiglia dell’acqua, tablet per scrivere il parere di quanti nonostante il blocco hanno dovuto raggiungere il posto di lavoro, gli uffici, i negozi per comprare latte, frutta e pane. Arriviamo in via Marittima.

Sono le 8.30. Dei vigili ancora nulla. Le transenne, accantonate da ieri a bordo della strada, sono ancora “fuori uso”. Passano minuti. Passa un quarto d’ora. Arriva la mac- china con a bordo i vigili che chiudono via Marittima. Tutti fuori, transitano solo mezzi che hanno il permesso di circolare. Tra questi, ovviamente, i veicoli aditi al trasporto pubblico. Accanto a noi “sfrecciano” diverse persone, con in mano borse e borselli. Proviamo a fermarli. Impossibile, sono in ritardo, devono correre per arrivare il prima possibile al lavoro. Di studenti nemmeno l’ombra. Oltre al blocco delle auto è stata disposta la chiusura delle scuole. Per questo molti bus non erano neppure “strapieni”, come sempre accade.

Vediamo arrivare in lontananza il bus della Geaf.  Lo fermiamo, saliamo. Siamo un po’ impacciati (da anni e anni non prendiamo un pullman). Siamo anche corsi a comprare il biglietto, del costo di un euro, quando avremmo potuto farlo diretta- mente sul bus (la verità è che anche noi, come tanti, non siamo abituati, ahimé, a prendere i mezzi). Non sappiamo neanche dove siamo diretti; poi voltiamo, direzione centro storico. Scendiamo e andiamo a fare un giro lungo il corso. Deserto, non c’è nessuno. Anche negli uffici. Quei pochi che si incontrano sono in attesa di clienti. Per lo più baristi. Il resto, le attività di abbigliamento, scarpe, borse, arredamento, sono chiusi. Va anche detto che il lunedì mattina per alcuni è il giorno di riposo.

Attorno a noi silenzio. Solo un suono richiama spesso, molto spesso, la nostra attenzione. Il suono delle sirene delle ambulanze. Un’automedica passa proprio davanti ai nostri occhi. A un certo punto inizia a piovere. L’ombrello? Lo abbiamo lasciato in macchina. Per fortuna Giove Pluvio è stato clemente. Arriviamo nella parte alta, dove c’è l’ascensore inclinato. Vediamo a che ora è prevista la partenza: 10.07. Manca ancora un po’ di tempo e raggiungiamo la pensilina poco distante. Ci sono un ragazzo e una ragazza, gli chiediamo se aspettano il bus, per poi scoprire che attendono un taxi che li riaccompagni a Cassino. Il tempo di fare qualche altra domanda che il taxi arriva e lasciano il capoluogo, dove erano arrivati per fare alcune commissioni.

Torniamo vicino alla postazione dell’ascensore inclinato. Ci siamo quasi quando ci arriva una telefonata da cui apprendiamo che l’ascensore non funziona. E ora? Il panico. La voce si sparge nel giro di un batter d’occhio. Con noi altre persone che devono raggiungere il posto di lavoro, nella parte bassa della città. A quel punto qualcuno è pronto ad andare a piedi. Ma ecco che arriva una navetta. Tiriamo un sospiro di sollievo. Corriamo a prenderla, con la paura che ci lasci a piedi. Saliamo, non sapendo se dover timbrare o meno un altro biglietto. Ma i novanta minuti non sono ancora passati. Scendiamo, torniamo nella parte bassa, sempre off limits. Con noi nel bus, altri che, non potendo prendere l’auto, e avendo necessità di raggiungere uffici e altre attività, salgono sul mezzo pubblico. All’altezza del palazzo comunale ecco che arrivano altre persone. Sono molto esasperate. Pensiamo... altri “pendolari infuriati”. Invece erano residenti di via Corso Francia che, nonostante il blocco, erano andati a bussare in Comune per criticità riguardo la nuova postazione del mercato settimanale. Con loro scendiamo vicino al campo sportivo. Li seguiamo per riportare anche il loro disagio “del giovedì”.  A piedi torniamo verso piazzale Europa. Di transenne lungo il nostro percorso ne vediamo tante. Di posti di blocco, sinceramente non molti. Prima di andare in redazione raggiungiamo il palasport, dove troviamo una quindicina di bambini. Per i piccoli il sindaco ha garantito un servizio di ludoteca interamente gratuito. E mentre sulla Monti Lepini e nelle strade a ridosso della zona “off”, il traffico, seppur scorrevole, è intenso, con zone invase dalle auto in sosta anche dei residenti, torniamo verso la redazione in via Fratelli Rosselli. E intorno a noi tutto tace, o qua- si. Le multe elevate? Cinque.