Cervaro

Pistola giocattolo a scuola, i dubbi di una madre

Non convince la misura di una “sospensione in presenza”

Pistola giocattolo a scuola: studente di seconda media semina il panico

Pistola giocattolo puntata contro una prof alle scuole medie di Cervaro. Una madre commenta la decisione della sospensione del ragazzo per sette giorni in presenza con percorso rieducativo. Misure di supporto anche alla classe rimasta sotto choc dopo l'episodio aggravato dall'arrivo della madre arrestata per aver aggredito maresciallo e militare. Una madre, rimasta anonima, ha sollevato una domanda che, a suo avviso, nessuno ha ancora avuto il coraggio di porre apertamente, ma che pesa più di ogni altra considerazione sulla vicenda. Si chiedeva infatti come fosse possibile che a ottobre, in presenza di un episodio giudicato meno grave, il ragazzo coinvolto fosse stato sospeso a casa, mentre ora, dopo una pistola puntata contro un insegnante, il caos che ne è seguito, l’intervento delle forze dell’ordine e il clima di paura diffuso nell’istituto, la misura decisa fosse invece una “sospensione in presenza”.

Secondo la madre, questo confronto tra passato e presente rende evidente l’incoerenza nella gestione della situazione. A ottobre, osservava, un fatto più contenuto aveva portato a una sospensione reale, lontano da scuola. Oggi, con un episodio ben più grave e con un intero istituto sotto shock, la risposta sarebbe stata una sanzione che di fatto mantiene lo studente all’interno della struttura scolastica. A suo giudizio, non si tratterebbe nemmeno di una misura disciplinare, ma di un intervento tampone, utile soltanto a evitare di affrontare il problema alla radice e di assumersi responsabilità ormai evidenti. Nel suo sfogo sottolineava che non si era più nel campo delle semplici regole scolastiche, ma in quello della sicurezza, della coerenza e delle responsabilità precise.