Cassinate
01.12.2025 - 08:29
Un ultimo passaggio, una “firma”, poi lo start. Stiamo parlando dell’allestimento del cantiere più “pesante” che si sia mai visto sul suolo cassinate. E non solo per il costo complessivo dell’opera, da due milioni di euro. A rendere il peso a dir poco gravoso sono gli oltre vent’anni di attese dei cittadini, che aspettano da una vita la rimozione dei veleni interrati nell’area di Nocione.
Due, in realtà, i finanziamenti ottenuti: il primo per la realizzazione di un progetto corredato da una relazione preliminare e un prospetto esecutivo. E il secondo (da un milione e novecentomila euro), per la rimozione dei rifiuti. Conclusa la prima fase, ora si è entrati in quella operativa. La più complessa, perché strettamente legata ai necessari quanto complessi passaggi burocratici. La pubblicazione del bando di gara, un passaggio necessario (visto il peso del finanziamento) che porterà entro la fine dell’anno a rimuovere i rifiuti, poi l’atto finale.
Ma l’impegno per l’ambiente è massimo su tutti i fronti. Per l’ex Marini si è concluso di recente un contenzioso con la società incaricata della messa in sicurezza e adesso l’amministrazione può procedere con il progetto per la bonifica: un iter tortuoso (a livello legale e burocratico). Attualmente risulterebbe aperta una trattativa con la Regione per dei vecchi stanziamenti in bilancio (fondi europei) da poter far rivivere. I lavori, salvo intoppi, saranno avviati nel 2026.
Situazione ancor più complessa per l’ex discarica dei Panaccioni: da una parte c’è una vicenda giudiziaria aperta, dall’altra l’importante lavoro dell’amministrazione di Cassino di interlocuzione con la Regione per un finanziamento che possa portare - anche in questo caso - alla messa in sicurezza. Dialogo più che aperto, per far ripartire l’iter: si resta in attesa di riscontro per la questione legata al finanziamento per la bonifica o messa in sicurezza definitiva. La priorità, però, ora è data a Nocione per l’ultimo fondamentale step da affrontare.
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