Alatri
27.11.2025 - 17:00
Lorenzo e Federica Sabellico, zio e madre di Thomas Bricca
«Ogni volta che entriamo in una aula di tribunale è come riaprire quella ferita». Federica Sabellico, madre di Thomas Bricca, ucciso al “Girone” nella sparatoria di fine gennaio 2023, ha voluto presenziare, come gli altri familiari, in occasione dell’apertura del processo d’appello nei confronti di Roberto e Mattia Toson. In aula gli sguardi dei parenti di Thomas si sono incrociati con quelli degli imputati, stavolta presenti fisicamente, ma immediatamente è sceso il “gelo”. Poi, l’inizio del dibattimento, con la procura generale che ha domandato nuovamente l’ergastolo per entrambi gli accusati, Roberto e Mattia (quest’ultimo in primo grado è stato condannato a 24 anni di reclusione, ndc).
Al termine dell’udienza, la stessa Federica si è detta d’accordo con la richiesta avanzata: «È giusto, per noi, che venga comminato l’ergastolo anche a Mattia. Non c’è mai stata una parola nei nostri confronti, un gesto di scuse, un atto di pentimento per quello che è stato fatto a mio figlio». La difesa, rappresentata dagli avvocati Umberto Pappadia e Aneglo Testa, è pronta a contrattaccare di nuovo sui temi che sono stati affrontati in primo grado: la perizia antropometrica sulle immagini a disposizione, la perizia sulle celle telefoniche, l’alibi fallito (e non mendace, come sostengono le parti civili) di Mattia, l’inattendibilità di alcuni teste (su tutti Omar Haoudi, il presumibile bersaglio dei colpi, ma anche Beatrice Coccia, l’ex fidanzata di Mattia) oltre alla richiesta centrale di assoluzione degli imputati o, in subordine, della derubricazione da omicidio volontario in omicidio preterintenzionale o colposo, in modo da poter accedere al rito abbreviato e allo sconto di un terzo sull’eventuale condanna. Strategie tecniche e giuridiche che non hanno intaccato e non hanno scalfito le idee di Federica e di suo zio Lorenzo all’uscita dall’aula romana: «La storia è chiara a tutti. Noi siamo fiduciosi che, anche nella sede attuale, venga ribadito quanto emerso in primo grado». Quindi che la colpevolezza di Roberto e Mattia Toson venga confermata dopo la sentenza pronunciata a Frosinone. Parole seguite da una chiosa di Lorenzo: «La città di Alatri ha bisogno di questo punto fermo, riconoscere chi ha sparato e ha tolto la vita al nostro Thomas».
La famiglia Sabellico ha inoltre rivolto un sentito ringraziamento a quanti, in queste ore, hanno manifestato vicinanza per un dolore inenarrabile che si è rinnovato ancora una volta. Alla vigilia del processo d’appello, lo zio di Thomas, tramite una lettera aperta, aveva chiesto di conservare il senso di comunità e di respingere la violenza e la sopraffazione: «Grazie per l’appoggio, il sostegno». Adesso, tutta l’attenzione si sposterà sull’udienza del 16 dicembre, quando interverranno le difese e le eventuali repliche. A quel punto, ci sarà la camera di consiglio della corte che ha due strade: potrebbe decidere di andare direttamente alla sentenza o di assecondare le richieste difensive effettuando ulteriori accertamenti prima del verdetto. Sarà un’altra giornata intensa sotto tutti i punti di vista, sia quello processuale sia per la famiglia di Thomas.
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