Aquino

Investito e ucciso a Terracina, sit-in a Roma nel giorno del Riesame di Sacco

La difesa di Gioacchino Sacco, 49 anni di Aquino, chiede i domiciliari. La Procura presenta un’integrazione investigativa e rilancia le accuse con video e testimonianze

Investito e ucciso a Terracina, sit-in a Roma nel giorno del Riesame di Sacco

Tutti a Roma per chiedere giustizia per Federico nel giorno dell’udienza del Riesame

Chiedono giustizia. Chiedono il carcere i familiari e gli amici di Federico che ieri mattina erano all’esterno del Tribunale di Roma in piazzale Clodio in occasione dell’udienza del Riesame. La difesa di Gioacchino Sacco, il quarantanovenne di Aquino in carcere per l’omicidio stradale di Federico Salvagni, ha impugnato l’ordinanza del gip di Latina Laura Morselli. Le accuse sono pesanti come macigni: omicidio stradale aggravato dall’omissione di soccorso. C’erano diversi striscioni, alcuni cartoncini con scritto «Giustizia per Federico».

La manifestazione è stata organizzata dai familiari, dal padre Franco che sta portando avanti con grande forza questa battaglia. «Non si può morire a 16 anni e non si può uccidere un ragazzo di 16 anni così», ha ricordato. «Noi vogliamo solo giustizia», è uno dei cori che si sono sentiti in piazzale Clodio e poi «Federico». La Procura ha depositato un’ integrazione investigativa per rinforzare e rilanciare le accuse con le testimonianze di alcuni ragazzi e poi - in base a quanto è emerso - ci sono dei frame di Giacchino Sacco che percorre la strada dove ha investito e ucciso Federico Salvagni.

In aula a Roma era presente il pubblico ministero Marco Giancristofaro, titolare dell’inchiesta, gli inquirenti hanno allegato anche alcuni precedenti penali del quarantanovenne, ribadendo che la misura cautelare più indicata è quella del carcere, alla luce della pericolosità sociale e delle condotte gravissime, come sostenuto dal gip nel provvedimento restrittivo. I nuovi elementi tra cui alcuni video, puntano a rinforzare il quadro accusatorio. Il 16enne di Latina era stato travolto e ucciso nella notte tra il 15 e il 16 agosto dalla Lancia Ypsilon condotta dall’indagato lungo la strada che collega San Felice Circeo con Terracina. Il conducente non si era fermato per i soccorsi, aveva proseguito la marcia, Federico non era da solo, era insieme al fratello gemello Daniele e ad un amico.

La difesa dell’indagato, rappresentata dagli avvocati Fernando Maria Pellino e Carmela Di Napoli, ha depositato una memoria difensiva sostenendo che non vi sono i requisiti per la misura più estrema come quella del carcere, chiedendo gli arresti domiciliari e quindi una misura restrittiva meno afflittiva che garantisca ugualmente le esigenze cautelari. Il ricorso è stato presentato avverso il provvedimento cautelare firmato lo scorso 18 agosto dal gip che aveva condiviso le risultanze del magistrato inquirente. Le indagini che hanno portato all’individuazione di Sacco sono state condotte dalla polizia stradale, dagli agenti del Commissariato di Terracina e dai carabinieri. Nelle prossime ore si conoscerà la decisione dei magistrati che dovranno pronunciarsi se lasciare o meno in carcere Gioacchino Sacco anche se il quadro indiziario sembra robusto. Le indagini condotte in questi giorni hanno ricostruito cosa è accaduto quella sera lungo la strada che collega San Felice Circeo e Terracina a partire dal luogo dell’impatto dove adesso ci sono tanti mazzi di fiori per ricordare Federico.