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Cassino

Bombe carta, la verità nelle perizie

Oggi in aula la discussione per l’accertamento richiesto dalle difese sul materiale esplodente utilizzato. In valutazione anche la possibilità di procedere con un’analisi da comparare con le immagini di sicurezza

Bombe carta, la verità nelle perizie

L’episodio registrato a maggio del 2024 ai danni della pizzeria “Arcobaleno”

Bombe carta, chiesta una perizia per comparare le immagini immortalate nei momenti dell’innesco e dell’esplosione con l’andatura e la fisicità di alcuni dei sospettati. Nell’udienza di oggi, infatti, oltre a discutere della superperizia sul materiale esplodente chiesta dalle difese, le attenzioni saranno concentrate anche sulla possibilità di eseguire una attività molto particolare: un esperimento giudiziale. Si tratta di due perizie, antropometrica e antroposomatica, utili nella comparazione tra le immagini catturate all’epoca dei fatti dai sistemi di sicurezza (e parte integrante dell’indagine) e quelle riprodotte analiticamente.

Questo anche attraverso la simulazione - con gli stessi indagati - di una plausibile “scena del crimine”. Per poi mettere a confronto, con l’uso di particolari strumenti informatici, le caratteristiche fisiche rilevanti ottenute: le immagini, una volta comparate, potranno fornire un elemento chiave (sia in caso di perfetta sovrapponibilità che di totale difformità).
La richiesta è stata avanzata dalla procura in sede di incidente probatorio per dirimere in modo scientifico ogni dubbio: così sarà possibile esprimere quantitativamente la forma del corpo dei sospettati e le loro caratteristiche ma anche concentrarsi sulla relazione tra struttura, costituzione e peculiarità individuali. Un dettagliato approfondimento in grado di restituire analiticamente la “carta d’identità” dell’autore o degli autori dell’attentato alla pizzeria “Arcobaleno”.

La ricostruzione
Sotto le lente a maggio del 2024, lo ricordiamo, tre gravi episodi in meno di 48 ore. I proprietari di un’abitazione in via XX Settembre, tornati da poco a casa, vedono saltare in aria i vetri e pure parti della serranda. Nella stessa notte, in zona Colosseo, un’altra bomba carta viene posizionata sotto un’auto. Quindi l’ordigno più grosso, per la pizzeria “Arcobaleno”, a distanza di pochi giorni. Immediata l’apertura delle indagini della Squadra di polizia giudiziaria del Commissariato di Cassino, coordinata dal sostituto commissario Roberto Amato Donatelli, insieme alla Squadra mobile della Questura di Frosinone (guidata dal dottor Genovesi, ora a capo del Commissariato): bombe fatte esplodere per impaurire i debitori, per indurre al pagamento di “transazioni” per la vendita di stupefacenti. Ma anche con lo scopo di intimidire o per indurre a miti consigli soggetti ritenuti “infami”. Sullo sfondo un’altra questione, di natura privata. Poi le prime misure cautelari.

Violenze riprese, in alcuni casi persino in diretta, come a volere dar loro la valenza di prova. Una prova per rimarcare la forza, la capacità di imporsi, la concretizzazione delle minacce “solo” verbali. E per usare le stesse prove - ma manomesse - per indirizzare le indagini, colpendo “gli avversari”: queste le direttrici principali su cui si sono mossi gli agenti della polizia di Stato dopo le prime misure eseguite, per una risposta a due dei tre attentati incendiari che a maggio 2024 hanno scosso la città. Ma restano ancora da circoscrivere diversi aspetti del terzo episodio. Tra cui proprio il tipo di esplosivo utilizzato.
Una superperizia, questa, chiesta della difese (tra cui gli avvocati Angelo Natale ed Emanuele Carbone) su quanto repertato dagli agenti per stabilire alcuni elementi dirimenti sul materiale utilizzato, sulla pericolosità e sulla concentrazione di polvere pirica.

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