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In Vaticano

Lo Spirito “guida” del Conclave

La prima meditazione è stata affidata ieri mattina a dom Donato Ogliari. Nel suo discorso davanti ai cardinali ha parlato anche delle numerose sfide della Chiesa

Dom Donato Ogliari

Dom Donato Ogliari

Umiltà e accoglienza con uno sguardo capace di parlare. Ma anche sapienza nel percorrere le “strade” benedettine che lo hanno visto alla guida del cenobio che ha dato origine al monachesimo occidentale. Dom Donato Ogliari ha vissuto una perfetta armonia tra preghiera, studio e lavoro nel pieno spirito incarnato dal patrono d’Europa. Ha guidato la comunità monastica senza mai dimenticare di spalancare le sue braccia al prossimo. Il suo ascolto è sempre stato attivo, pronto a cogliere le sfumature nascoste in ciascuno. Abate di Montecassino per quasi dieci anni, proprio a un benedettino (ora alla guida della basilica di San Paolo fuori le mura) - nel giorno di un’altra patrona, Santa Caterina da Siena - è stata affidata la prima meditazione ai cardinali in preparazione del conclave, come da indicazioni della Costituzione Apostolica “Universi dominici gregis” che regola la sede vacante e il successivo Conclave.

«In un momento così gravido di conseguenze per la Chiesa – come quello della scelta del Vescovo di Roma e Pastore della Chiesa universale – le parole di Gesù: “Venite a me, voi tutti”, a cui fa eco la domanda retorica di Pietro: “Signore, da chi andremo?”, risuonano come un invito pressante a ricomporre ogni moto del vostro animo, della vostra mente, del vostro cuore e della vostra vita attorno alla persona di Gesù e alla luce gioiosa del suo Vangelo», ha detto ieri mattina in una meditazione divisa per capitoli e composta da quasi nove pagine. Ha parlato di mitezza e di umiltà di una chiesa radicata in Cristo che è aperta, coraggiosa e profetica, maestra di fraternità, madre, non matrigna, che rifugge l’autoreferenzialità e che sa oltrepassare i propri recinti pur di raggiungere anche quei fratelli e sorelle in umanità che non fanno parte di essa. Poi l’immagine della “stanza al piano superiore”, quel luogo, a Gerusalemme, nel quale si sono consumati alcuni momenti fondamentali della vita di Gesù come metafora «di una Chiesa nascente che si scopre comunità raccolta attorno al Cristo».

Un capitolo a parte quello delle sfide presenti sulla scena del mondo: lo stravolgimento delle regole che sostengono la coesistenza tra i popoli e le sopraffazioni, lotte e guerre fratricide che ne derivano; l’emergere di democrazie post-democratiche e il diffondersi di autocrazie e nazionalismi «che scombussolano l’ordine mondiale»; la devastazione del creato, «nostra “casa comune”», fino all’impatto dell’avanzare delle tecno-scienze; il fenomeno mondiale della migrazione; la secolarizzazione pervasiva e invasiva fino alla concezione esclusivamente tecnico-funzionale della vita, «dove predomina l’utilitarismo». Su tutto, Ogliari crede che la via del dialogo, nel quale la Chiesa è da tempo impegnata e che papa Francesco ha intensificato su tutti i fronti, «debba essere perseguita senza timore. Essa è un elemento costitutivo della missione della Chiesa, chiamata com’è ad andare verso tutti e a riconoscere in ogni uomo e in ogni donna la terra familiare di Dio». E nelle sue ultime parole ai cardinali riuniti ad ascoltarlo ha voluto aggiungere: «Mi piace immaginare che la Cappella Sistina, nella quale tra qualche giorno vi radunerete per scegliere tra di voi il Vescovo di Roma e Pastore della Chiesa universale, possa trasformarsi, appunto, nella “stanza del piano superiore” in cui, come in una rinnovata Pentecoste, possa fare irruzione il fuoco dello Spirito Santo». E anche se il luogo del “conclave” – come dice il termine stesso – è un luogo chiuso a chiave, «esso sarà in realtà spalancato sul mondo intero, se a prevalere sarà la libertà dello Spirito che, quando tocca i cuori e le menti, ringiovanisce, purifica, ricrea.

Lasciate, dunque, che la luce dello Spirito incroci la vostra libertà; lasciate che entri in dialogo con voi, con il vostro mondo interiore e – tramite voi – con quel mondo così variegato e universale di cui siete espressione». E ancora: «Lasciate che sia davvero Lui, lo Spirito Santo, il protagonista principale, che sia Lui a plasmare i vostri cuori, ad accendere le vostre menti e a illuminare i vostri occhi perché possiate sentire, comprendere e vedere le meraviglie che il Signore sta per compiere per il bene della sua Chiesa e del mondo intero!». Ora la seconda meditazione che sarà tenuta dal cardinale Raniero Cantalamessa.

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